Tortora, archeologia: protocollo d'intesa comune soprintendenza
A Tortora c'è un finanziamento di due milioni di euro per il progetto di valorizzazione culturale “Blanda tra enotri, lucani, romani e longobardi”che l’ente ha ottenuto
TORTORA – 13 mar. 21 - Un protocollo d’intesa è stato stipulato tra il Comune di Tortora e la Soprintendenza della Calabria. L'intesa, per fornire strumenti di assistenza, sia in fase di progettazione che di esecuzione, in merito al finanziamento di due milioni di euro, assegnato al comune, per il progetto di valorizzazione culturale “Blanda tra enotri, lucani, romani e longobardi”che l’ente tortorese ha ottenuto. Ne dà notizia il sindaco di Tortora, Antonio Iorio.
«Il Comune che amministro - riferisce il sindaco - ha ottenuto infatti un finanziamento per specifici interventi nell’area archeologica del Palecastro di Tortora, ieri abbiamo discusso di questo importante traguardo, quando nel corso di un sopralluogo al Palecastro, l’area in cui sorge il Parco Archeologico, la nostra Amministrazione ha ospitato il nuovo soprintendente della Provincia di Cosenza, Fabrizio Sudano, ed il professor Fabrizio Mollo, che ben conosce l'antica Blanda per aver seguito nel tempo, diverse campagne scavi.
Di questa somma - prosegue il primo cittadino - una parte sarà destinata all'esproprio dei terreni, altre somme serviranno per le varie campagne di scavo, siamo soddisfatti di questa tappa che arricchisce ulteriormente la nostra storia, - afferma il sindaco - anche perché dalla Soprintendenza trasferiranno competenze e conoscenze, utili al raggiungimento dei nostri obiettivi.
Abbiamo inoltre visitato l’area di San Brancato, che ospita un'importante chiesa di epoca Longobarda, e ci siamo recati al museo comunale, innovativo ed altamente avanzato che custodisce i reperti storici emersi dagli scavi tortoresi.
L'obiettivo del sopralluogo e del protocollo – conclude il sindaco di Tortora – è quello di proseguire il lavoro fatto fino ad oggi, ma soprattutto iniziare a programmare le prossime tappe di valorizzazione dell'area archeologica cosi da rendere concretamente impatti occupazionali nella comunità e favorire ulteriormente la scoperta del territorio tortorese».