Scalea, il sindaco Perrotta guarda il buco finanziario alle spalle
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Scalea, il sindaco Perrotta guarda il buco finanziario alle spalle

Ad un anno dall'elezione, l'amministrazione comunale di Scalea, come le precedenti, annuncia di voler recuperare i tributi non pagati. Una cifra che permetterebbe di ripianare i conti



SCALEA – 27 set. 21 - La “Nuova era” dell'amministrazione comunale del sindaco Giacomo Perrotta, si ferma e guarda indietro. L'attenzione, ad un anno dall'elezione, è rivolta verso il buco che sta alle spalle. Lo stesso che è rimasto alle spalle delle amministrazioni dei commissari prefettizi che si sono succeduti, e delle amministrazioni precedenti, alcune delle quali rimaste imbrigliate nelle maglie della giustizia. Insomma, risolvere l'enigma dei buchi finanziari non è cosa semplice. Eppure, l'amministrazione del sindaco Perrotta, punta a recuperare almeno parte di ciò che i cittadini, ma soprattutto aziende, imprenditori turistici devono al comune di Scalea. Sarebbe come invocare la “legalità” che viene spesso richiamata. Chi deve al comune, e quindi alla collettività, dovrebbe aprire il portafogli. Il sindaco nella sua conferenza, ad un anno di amministrazione, ha spiegato ai cittadini che intende guardare in quel forziere e cercare di recuperare quanto più possibile e in modo “indolore”.



«Tutto ruota attorno all'aspetto finanziario». Perrotta conferma la condizione che, a dire il vero, neanche i commissari prefettizi e le precedenti amministrazioni avevano nascosto: «Le casse del comune sono disastrate». Il sindaco Perrotta indica almeno due episodi che hanno segnato la situazione finanziaria del comune: «2009: la questione Tributi Italia – ha ricordato il sindaco Perrotta – allora si invitavano i cittadini a non versare alcuna somma e a non tener conto delle ingiunzioni di pagamento, con la conseguenza di un ammanco nel servizio riscossioni dei famosi 13 milioni di euro. Nel 2013, sotto la guida commissariale, il Comune di Scalea ha dovuto iniziare la cosiddetta procedura di riequilibrio finanziario. Tale situazione, della durata di dieci anni, prevede di operare come se si fosse in una situazione di dissesto. Significa – ha spiegato il sindaco Perrotta – che dal 2013 si sarebbero dovute prevedere solo spese indispensabili e si sarebbe dovuti ricorrere alla riscossione dei crediti esigibili».



E' questo un “mostro” che viene agitato spesso. Il problema è che per la riscossione dei cosiddetti crediti esigibili si “rischia” di andare a sollevare polveri, a toccare intoccabili e forse si diventa anche impopolari, a meno che le azioni non partano dai più deboli per poi arenarsi con i più forti. «Il comune di Scalea – ha annunciato il sindaco Perrotta – deve riscuotere la somma complessiva di 58 milioni di euro di tributi non riscossi. Altro elemento – ha aggiunto – è il “Fal” il fondo di anticipazione liquidità. Dal 2013, il comune di Scalea, ha usufruito di anticipazioni per 45 milioni di euro, originariamente da ripianare in 30 anni. La sentenza della Corte Costituzionale del 2020 stabilisce che il ripiano di tale fondo sarebbe dovuto avvenire in tre anni. Una situazione che ha destabilizzato il comune di Scalea ed altri comuni più importanti. Il Governo, solo il 30 luglio scorso, ha stanziato somme in favore dei comuni e per Scalea la cifra ammonta a 5 milioni e 400mila euro. La restante parte dovrà essere restituita con fondi da prevedere in bilancio».



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