Scalea, i cittadini hanno un debito con il Comune per 46 milioni di euro
Il sindaco Perrotta preannuncia "azioni estreme" per il recupero
SCALEA – 8 gen. 22 -Sarà un appuntamento mensile. Lo promette il sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, nel corso del suo intervento preannunciato a fine anno, sul bilancio amministrativo. Un bilancio che, ha detto Perrotta, sarà mensile. «Per informare i cittadini sull'andamento della macchina amministrativa ed anche per evitare che si diffondano notizie non vere come presunte crisi politiche». L'anno nuovo sembra portare una ventata nuova di “entusiasmo amministrativo”. Perrotta promette di riportare la città al “ruolo che la storia le ha attribuito, tornando ad essere un punto di riferimento: amministrativo, formativo, culturale, economico; un luogo in cui poter vivere e lavorare”. Perrotta ha rivelato che l'amministrazione, già da alcuni mesi sta rivedendo la situazione nei settori strategici: «Ci siamo resi conto che il lavoro da fare è tanto».
L'ATTACCO POLITICO DI PERROTTA
«Chi oggi bacchetta, ma non propone; suggerisce, ma non fa; chi dice di amare Scalea, ma per anni l'ha usata e distrutta farebbe bene a rendersi conto della situazione». Il bilancio del sindaco e dell'amministrazione comunale parte dalla fotografia della situazione finanziaria, al mese di ottobre 2020, al momento dell'insediamento. In quel periodo c'erano debiti di spesa corrente per circa 4 milioni e 400mila euro; somme dovute per rimborso di prestiti per oltre 23 milioni di euro. Ad oggi, fa presente Perrotta, il residuo per i debiti di spesa corrente è di 500mila euro.
I CREDITI DEL COMUNE FINO A 46 MILIONI
«Nell'anno sono stati effettuati pagamenti, riferiti ad altri anni precedenti, per circa 4 milioni di euro». Ma secondo Perrotta il dato più allarmante proviene dai crediti vantati dal comune di Scalea che ammontano a 32 milioni e 600mila euro, riferiti a Ici, Imu, Tarsu, Tares e Tari e 13milioni e 400 mila euro per servizio idrico integrato. Insomma il totale, che renderebbe il comune “Paperopoli” arriva alla cifra rilevante di 46milioni e oltre di euro. Questo, però vuol dire che esistono, e lo si sapeva già da tempo, grandi evasori che devono fior di quattrini al comune di Scalea. Il sindaco manda giù la pillola e spiega: «Ci sono contribuenti, cittadini scaleoti che negli anni scorsi non hanno versato tributi per oltre 46 milioni di euro».
AZIONI ESTREME PER IL RECUPERO
Adesso, l'amministrazione comunale si prepara a mettere in atto “azioni estreme” che tenderanno a recuperare queste somme. «La domanda che ci siamo posti – ha detto il sindaco Perrotta – è una soltanto: come è possibile che nessuno mai si sia accorto della situazione e non abbia mai posto in essere alcuna azione per recuperare queste somme». Una cifra che: «sicuramente avrebbe fatto dormire sonni tranquilli sul versante finanziario che, come è possibile capire, non è di poco conto. L'azione che stiamo effettuando – ha preannunciato Perrotta – è bonificare la banca dati in possesso dell'ufficio tributi e procedere pian piano al recupero di queste somme, andando ad individuare, quali sono prescritte, quali affidate all'agenzia per la riscossione e procedere al recupero». Il sindaco ha voluto ringraziare l'ufficio tributi che sta procedendo all'attività di verifica in una situazione particolare, con organico ridotto, non sufficiente a soddisfare le esigenze del settore tributario.
LA RATEIZZAZIONE
Perrotta interviene anche sulla questione posta sul tavolo legata alla “rateizzazione, come privilegio”. «Sappiamo che la rateizzazione non è un privilegio, ma una possibilità che viene concessa a chi versa in una situazione di bisogno e non riesce a far fronte al pagamento dei tributi. Diventa un lusso per chi dolosamente per più e più volte non ha rispettato le rateizzazioni accordate a discapito di chi facendo sacrifici onora il debito e paga il dovuto.
LA VICENDA DI TRIBUTI ITALIA
Chi strumentalizza farebbe bene a chiedere a qualcuno, molto vicino, e poi spiegare agli scaleoti, perchè nel 2009 l'allora amministrazione comunale invitava i cittadini a non versare alcuna somma richiesta da “Tributi Italia” e a non tenere conto delle richieste di pagamento. Sarebbe interessante – ha aggiunto Perrotta – che ci spieghino in base a quale assurda teoria nel 2002 veniva fatto un contratto in cui era previsto che la società di riscossione incassasse direttamente i tributi per poi versarli nelle casse comunali, mentre dappertutto è il contrario: il comune incassa direttamente e poi paga l'agio alle società di riscossione in base alle percentuali stabilite. Come mai non è stato mai rinegoziato il contratto. Giustamente il passato è passato – ha detto il sindaco Perrotta – ma si traduce in un ammanco di 13 milioni di euro». Il sindaco ha affrontato, ovviamente altre tematiche sulle quali torneremo.