Scalea, evade più volte dai domiciliari, compie reati: Arrestato e rimesso in libertà
Aggiornamento: 18 mag 2022
L'avvocato penalista Antonio Crusco lo ha assistito nelle varie fasi degli arresti e scarcerazioni
SCALEA – 13 mag. 22 - Aveva asportato alcuni oggetti, usando violenza, in una attività commerciale; successivamente era evaso dagli arresti domiciliari per ben due volte. Per un uomo di Scalea, per il quale era stata disposta la misura degli arresti in carcere, si sono aperte le porte ed è stata disposta la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari. Il Tribunale delle Libertà di Catanzaro ha accolto la tesi sostenuta dall'avvocato di fiducia, il penalista Antonio Crusco, ed ha deciso per la sostituzione della misura cautelare. I fatti sono accaduti nei giorni scorsi. Un uomo di Scalea, G. A. R., prima della decisione del tribunale della libertà era finito in carcere a Paola per una serie di episodi delittuosi. Il 18 settembre dello scorso anno, l’uomo di Scalea era stato colto in flagranza di reato perché, al fine di trarne profitto, dopo aver divelto, con un bastone, la porta di sicurezza di un esercizio commerciale in via Fiume Lao a Scalea, aveva asportato una consolle da ingresso per appartamenti ed altri beni. A G.A.R. Veniva contestata anche l’aggravante di aver commesso il fatto usando violenza sulle cose.
Aveva infatti forzato la porta d’ingresso. Era stato arrestato in flagranza di reato. In attesa di giudizio per direttissima, era stato collocato, su disposizione del pubblico ministero del Tribunale di Paola, presso la sua abitazione, sempre a Scalea. Ma la vicenda non si è conclusa così. Il giorno seguente, il 19 settembre del 2021, senza autorizzazione del giudice, l'uomo era evaso dal suo domicilio. Beccato nuovamente in flagranza di reato. La Procura della Repubblica di Paola dunque, aveva presentato l’imputato al dibattimento per la convalida dell’arresto e per il giudizio direttissimo. A quel punto, scattava la decisione del tribunale della misura cautelare degli arresti domiciliari. L'indagato, però, evadeva nuovamente. Ancora una volta, si allontanava di nuovo dal suo domicilio, senza alcuna autorizzazione. A quel punto scattava un nuovo giudizio per direttissima e l'indagato veniva collocato nuovamente agli arresti domiciliari. Il giudice, però, vista la serie di reati aveva trasmesso gli atti ad altra autorità giudiziaria. Quest'ultima aveva deciso per l'aggravamento della misura degli arresti domiciliari, con il carcere. E G.A.R. era finito presso la casa circondariale di Paola. Il difensore dell’uomo, l’Avvocato Antonio Crusco del foro di Paola, ha quindi proposto appello davanti al Tribunale delle Libertà di Catanzaro. Nei giorni scorsi lo stesso tribunale catanzarese, esaminati gli atti e l’appello proposti, in accoglimento della tesi dell’avvocato Antonio Crusco ha sostituito la misura cautelare del carcere con quella degli arresti domiciliari presso la sua abitazione sita in Scalea.
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