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Processo sparatoria al bar Perugino a Diamante: conclusa l'istruttoria dibattimentale

Si è conclusa ieri l'istruttoria dibattimentale al processo sulla sparatoria avvenuta al bar Perugino a Diamante a febbraio 2022


Si è conclusa ieri l'istruttoria dibattimentale al processo sulla sparatoria avvenuta al bar Perugino a Diamante a febbraio 2022

DIAMANTE – 7 dic. 23 - Ieri si è conclusa, dinanzi al tribunale collegiale di Paola, l’istruttoria dibattimentale del processo relativo al duplice tentato omicidio per la sparatoria al bar Perugino di Diamante. Il fatto di cronaca avvenuto, il 4 febbraio 2022 a Diamante, e che si è concluso con una sparatoria all'interno del bar pasticceria Perugino, sul lungomare del centro turistico. Le udienze vanno avanti per cercare di fare chiarezza su quanto accaduto quel pomeriggio a Diamante. Intanto, ieri, in tribunale sono stati sentiti gli ultimi due testimoni della difesa. C'è da aggiungere che uno degli imputati si è sottoposto all’esame. Un altro imputato ha invece chiesto ed ottenuto di rendere delle dichiarazioni spontanee che sono state messe a verbale. Gli imputati, come è noto, sono i tre fratelli Massimo De Rose, 32 anni, Alessandro De Rose, 36 anni, e Mattia De Rose, 39 anni; devono rispondere dell'ipotesi di accusa di duplice tentato omicidio e sono tutti da considerare innocenti fino ad eventuale ultimo grado di giudizio.



Il processo è stato rinviato al prossimo 19 dicembre per la requisitoria del pubblico ministero e per la discussione degli avvocati difensori delle parti civili, rappresentate dagli avvocati Francesco Liserre, Luigi Crusco, per la famiglia Perugino, e dall'avvocato Giuseppe Marchese, quest’ultimo difensore del comune di Diamante, la cui costituzione come è stato spesso ricordato è stata fermamente voluta dal sindaco, Ernesto Magorno, richiamata sin dalle ore successive ai fatti accaduti. Per il prossimo 10 gennaio, invece, sono previste le discussioni degli avvocati degli imputati, che sono difesi da: Maurizio Nucci, Cristian Cristiano, Francesco Santelli e Antonio Crusco. Sempre per quella data, dovrebbe essere pronunciata la sentenza del Tribunale. Nel corso delle udienze sono stati evidenziati i particolari di quanto accaduto all'interno del locale anche per attribuire la paternità dell'esplosione dei colpi di arma da fuoco verso padre e figlio, titolari dell'esercizio commerciale. In quella giornata del 4 febbraio, i carabinieri della compagnia di Scalea avevano subito creato una cintura attorno alla cittadina e le indagini erano state avviate immediatamente per cercare di fare piena luce su quanto accaduto.



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