Praia a Mare, "Golden cheques”, riciclaggio: ultima udienza dibattimentale
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Praia a Mare, "Golden cheques”, riciclaggio: ultima udienza dibattimentale

Aggiornamento: 10 nov 2021

L'operazione del 2013 dei carabinieri di Scalea, denominata "Golden Cheques" su riciclaggio di assegni provenienti da furto. Ultima udienza dibattimentale al Tribunale di Paola



PRAIA A MARE – 9 nov. 21 - Nei giorni scorsi, al Tribunale di Paola, in composizione collegiale, presidente Alfredo Cosenza, si è celebrata l'ultima udienza dibattimentale dell'operazione “Golden cheques”. Si tratta di fatti commessi sul Tirreno cosentino tra il 2010 e il 2011, culminati con una attività dei carabinieri della compagnia di Scalea, al tempo coordinati dal capitano Vincenzo Falce. L'operazione è del 30 aprile 2013. Undici persone, in quella occasione, finirono agli arresti, tra Scalea, Praia a Mare, Tortora e Grisolia. In particolare, la Procura di Paola contesta il reato di associazione ed i reati fini di riciclaggio perché gli indagati si sarebbero associati per commettere una pluralità di delitti di riciclaggio di assegni, compiendo sui titoli operazioni dirette ad ostacolare l’identificazione della loro provenienza da furto, acquistando tali titoli da soggetti non identificati, modificati nella parte del beneficiario con l'apposizione dei nomi dei partecipanti al sodalizio, i quali a loro volta avrebbero provveduto all’apertura a loro nome di conto correnti su cui versare i titoli e prelevare il danaro contante.


L’impianto accusatorio, come accade spesso, si regge su attività tecniche, in particolare sulle intercettazioni delle conversazioni. Nel corso dell'ultima udienza è stato l’avvocato penalista Antonio Crusco del foro di Paola, difensore di R.C. di Praia a Mare e M.C., a sollevare la questione sulla inutilizzabilità delle intercettazioni, ritenendo che la motivazione dei decreti autorizzativi, con quale la Procura aveva delegato i carabinieri di Scalea ad intercettare le conversazioni, sia illegittima perché dalla stessa motivazione non si ricava che la Procura non avesse impianti per registrare, ma solo che non avesse impianti per ascoltare o remotizzare, atti a deviare i flussi per il contemporaneo ascolto. Le fasi della registrazione e dell’ascolto, secondo il difensore, sono attività diverse sulla base di ultimi interventi della giurisprudenza della Cassazione. L'avvocato Antonio Crusco ha prodotto al Tribunale una sentenza della Cassazione che ha giudicato un caso analogo; a sostegno della eccezione sulla inutilizzabilità delle intercettazioni, anche una memoria difensiva, e una serie di documenti. Il legale ha anche sollevato altre questioni tecniche: l'inaffidabilità scientifica della perizia trascrittiva delle intercettazioni, con possibili incongruenze. L’avvocato Nicola Deriu del foro di Paola ha prospettato altre questioni ed eccezioni, quale difensore di S.A. di origine campane. Il Tribunale sulle eccezioni e richieste si riservato di decidere. Il nodo sulle intercettazioni sarà sciolto dal Tribunale giorno 17 Novembre. Sono state infine calendarizzate le discussioni del Pubblico Ministero e dei difensori degli imputati. La sentenza sarà emessa intorno ai primi di Dicembre.



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