Pittelli annullata l'ordinanza di custodia cautelare, contestato il reato di bancarotta fraudolenta
Aggiornamento: 14 dic 2023
L'ex parlamentare di Forza Italia, Pittelli, era ai domiciliari: contestato il reato di bancarotta fraudolenta, sequestro preventivo di un terreno da, 1,5 milioni di euro. Il tribunale della libertà ha annullato l'ordinanza
CATANZARO - *aggiornamento 7 dic. 23 - Il Tribunale della libertà di Catanzaro ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare, revocando la misura degli arresti domiciliari, neiconfronti dell'avvocato ed ex parlamentare di Fi Giancarlo Pittelli, indagato per la bancarotta della società dell'AT alberghiera. Lo hanno reso noto i suoi legali.
I difensori, Astolfo di Amato, Salvatore Staiano e Guido Contestabile,
è scritto in una nota, "hanno dimostrato come a fronte di ammanchi significativi operati da un terzo di cui l'indagine si è completamente disinteressata, l'avvocato Pittelli si sia prodigato per ripianare il passivo, saldando alcuni creditori più urgenti.
CATANZARO – 24 nov. 23 - I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Catanzaro hanno dato esecuzione all’ordinanza con la quale il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica, ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell'ex parlamentare di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, indagato per più ipotesi del reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale, in quanto amministratore di fatto di una società già in liquidazione e, successivamente, dichiarata fallita. Contestualmente, il Gip ha disposto il sequestro preventivo di un terreno edificabile, sito nel comune di Stalettì (CZ), e di denaro per circa 1,5 milioni di euro, quale profitto del reato ipotizzato.
Secondo l’ipotesi di reato formulata, allo stato ritenuta dal Gip assistita da gravità indiziaria, e che necessita della successiva verifica processuale in contraddittorio con la difesa, l’indagato, in concorso con altri, avrebbe distratto l’unico bene della società di cui era amministratore di fatto, ossia il terreno, che, contestualmente all’avvio della liquidazione, veniva ceduto ad altra società appositamente costituita, anch’essa riconducibile all’indagato, nonché il corrispettivo della cessione del predetto bene.
Sono stati ritenuti, altresì, sussistenti gravi indizi in ordine ad un ulteriore episodio di bancarotta fraudolenta consistente nella mancata richiesta di restituzione di un credito di oltre 800.000 euro vantato dalla società fallita nei confronti di un’ulteriore società, anche quest’ultima poi dichiarata fallita, pur in presenza di un debito, verso la Regione Calabria, di oltre un milione di euro derivante dall’anticipo di un contributo pubblico ottenuto nel 2005 per la realizzazione sul terreno sequestrato di un complesso alberghiero, finanziamento poi oggetto di rinuncia e mai restituito.
A carico di altro soggetto è stato disposto il sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, della somma di circa 77.000 euro in relazione all’ipotizzato reato di indebita compensazione di debito IVA, in quanto il debito IVA, in capo alla società fallita, sarebbe stato illecitamente neutralizzato con crediti riconducibili alla nuova società appositamente costituita.