Pestaggio del medico D'Amante: nuova udienza in tribunale
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Pestaggio del medico D'Amante: nuova udienza in tribunale

Imputato un uomo di Tortora: avrebbe provocato gravi ferite al medico per l'inoculazione di un vaccino che secondo l'aggressore sarebbe stata la causa dell'insorgenza di una patologia autistica al figlio

TORTORA – 5 giu. 21 - Si torna in aula per approfondire gli argomenti legati all'aggressione del dottor Raffaele D'Amante avvenuta il 14 giugno del 2017, assistito dall'avvocato Francesco Liserre. Sul banco degli imputati, F.A.M., padre del bambino al quale venne inoculato il vaccino, nel 2015. Il pestaggio del dottor D'Amante, secondo l'accusa, sarebbe maturato dal convincimento, dell'aggressore, che una dose di vaccino somministrata dal dottore al proprio figlioletto, possa essere stata la causa dell'insorgenza di una patologia autistica. Ieri mattina al tribunale di Paola, si è tenuta una nuova udienza, e sono stati ripercorsi i momenti della brutale aggressione che aveva spedito il dottor D'Amante, oggi 66enne, in ospedale, con gravi ferite. Ieri, l'istruttoria dibattimentale è proseguita con l'escussione, in qualità di testimone, della moglie dell'imputato.



La donna ha ripercorso i momenti più drammatici della vicenda, sin dalla data della somministrazione del vaccino al figlio e, successivamente, la vicenda dell'aggressione al dottor D'amante. Sono stati sentiti anche altri due testimoni che hanno contribuito ad aggiungere altri particolari alla vicenda. Prossima udienza è stata fissata per il 18 novembre prossimo, quando sarà ascoltato l'ultimo testimone della difesa. Per il prossimo anno, si prevede la sentenza di primo grado. L'imputato è difeso dagli avvocati Michele Rizzo e Tiziana Vigni del Foro di Siena; il dottor D'Amante, parte civile nel processo, è assistito dall'avvocato Francesco Liserre; l'ordine dei medici di Cosenza è assistito dall'avvocato Herman Altomare di Cosenza. I fatti accaduti nel 2017 sono avvenuti nella proprietà privata del medico, nei pressi dell'abitazione. Solo il provvidenziale intervento di un condomino, aveva scongiurato il peggio. Il dottor D'Amante, infatti, venne immediatamente soccorso dai vicini e dalla moglie, e subito trasportato presso la clinica Tricarico. I medici avevano riscontrato varie fratture scomposte e lesioni multiple, con complessiva prognosi di 50 giorni. Il medico aggredito era stato ascoltato nelle prime udienze; aveva testimoniato anche la moglie della vittima, anch'essa medico chirurgo, che aveva ricostruito le varie fasi di quella drammatica giornata. Fra il medico e l'imputato come è emerso nel corso delle udienze ci sarebbe stata più volte una discussione, talvolta anche dai toni accesi. Il medico aveva spiegato che, nell'immediatezza dei fatti, non aveva sporto querela perchè riteneva che si trattasse dello sfogo di un genitore preoccupato. Il dottor D'Amante, secondo quanto è emerso nel mese di giugno, è stato colpito violentemente al volto, alla testa fino a quando non è caduto per terra. Solo dopo le urla dei vicini di casa del medico, l'aggressore era salito sull'auto ed era fuggito.



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