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Paola, contro il trasferimento dei reparti dell'ospedale a Cetraro: la protesta va avanti

Non bastano le rassicurazioni ricevute dalla commissione regionale Sanità. Di Natale, conferma la manifestazione



PAOLA – 19 apr. 23 - I silenzi delle cariche istituzionali più alte nel settore della Sanità, appaiono come uno strano segnale che non riesce a spegnere quel campanellino d'allarme acceso da un po' di tempo sull'ospedale San Francesco di Paola. L'acqua sul fuoco lanciata dalla presidente e dalla componente della commissione Sanità regionale non basta a rassicurare chi le fiamme le accese da tempo. Anche perchè, come afferma Graziano Di Natale: “la commissione Sanità regionale non ha compito di redigere atti di modifica del decreto 64/2016 essendo di competenza della struttura commissariale”. E il principio d'incendio proverrebbe proprio da quegli atti, secondo Di Natale che da tempo sta portando avanti la battaglia e che non ha alcuna intenzione di fermarsi alle dichiarazioni di Straface e Mannarino. “Per evitare il trasferimento dei reparti dal nostro ospedale – scrive Graziano Di Natale - non servono né pacche sulle spalle, nè rassicurazioni. Occorrono atti ufficiali, fino ad allora andremo avanti. Ho denunciato pubblicamente quello che stava avvenendo, a danno della struttura ospedaliera, pubblicando la proposta di modifica del DCA 64. Ora, per evitare il trasferimento della chirurgia e dell'emergenza urgenza, coloro i quali hanno redatto la proposta di modifica devono fare una cosa semplice: una nota ufficiale del Presidente della Regione e del Commissario dell'Asp di Cosenza dove si comunica che nulla verrà spostato”. E Di Natale cita Renzi con il famoso “Stai sereno” rivolto a Letta; “Poi però – conclude Di Natale - sappiamo tutti come è andata a finire”.



Intanto, Il comitato popolare per la difesa del diritto alla salute sostiene: “Non servono rassicurazioni a voce ma note ufficiali. Il commissario straordinario dell’Asp e il presidente della Regione smentiscano il trasferimento dei reparti. Non capiamo il loro silenzio e non ci fidiamo.

Ecco perché andiamo avanti”. E poi spiegano, il perchè della posizione ferma: “Abbiamo letto delle dichiarazioni di due consiglieri regionali che informano che nessuno spostamento, dei reparti di chirurgia e di emergenza urgenza, è previsto dall’ospedale di Paola. Le “rassicurazioni” vengono rese pubbliche, guarda caso, nel momento in cui si è annunciata la manifestazione di protesta di sabato 22 aprile”. È utile, secondo il comitato per la difesa del diritto alla salute ripercorrere i fatti. “In data 28 marzo – si legge - a Cosenza, presso la sede dell’Asp, ad un incontro con il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria, alla presenza dei rappresentanti sindacali, del sindaco di Paola, dei rappresentanti del Comitato per la difesa del diritto alla salute ci veniva comunicato, dal commissario, che il DCA n.64/2016 sarebbe stato modificato.



Conseguentemente, è stata redatta una proposta di modifica, con la quale si è previsto il trasferimento dei reparti di chirurgia e di emergenza urgenza dall’ospedale di Paola. Da quella data – affermano dal comitato - siamo in attesa che, il commissario dell’Asp di Cosenza o il presidente della Regione Calabria, ci dicano ufficialmente che nessuna modifica al decreto 64 sarà approvata e che nessun reparto verrà spostato dal nostro ospedale. Ad oggi – precisano dal comitato - nulla di tutto questo é stato fatto. Fa specie che qualcuno possa pensare che la nostra azione sia strumentale quando noi stessi abbiamo lanciato l’allarme. Siamo certi che anche il sindaco, Giovanni Politano, presente all’incontro durante il quale ci veniva comunicato il trasferimento dei reparti, pretenda come noi una nota ufficiale dagli organi istituzionali preposti. Non comprendiamo il silenzio del commissario straordinario Antonello Graziano e del presidente della Regione ai quali, più volte, abbiamo chiesto di intervenire ufficialmente. Pertanto – conclude l'intervento del comitato - in attesa di comunicazioni ufficiali, la nostra battaglia va avanti e sabato manifesteremo per la tutela della nostra struttura ospedaliera.

Il nostro dissenso non è in vendita perché della libertà abbiamo fatto ragione di vita”.



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