Omicidio in officina a Verbicaro: il nipote uccide lo zio
Aggiornamento: 4 giorni fa
Verbicaro, omicidio in officina, il nipote di 41 anni uccide lo zio con un oggetto contundente, forse un pezzo di un'auto
Verbicaro, 20 novembre 2024 – Probabilmente un diverbio nato sul posto di lavoro alla base dell'omicidio avvenuto oggi a Verbicaro. Una lite fra zio e nipote che, da quanto si dice in paese, sono sempre andati d'accordo: “padre e figlio”. A farne le spese, Ugo Lofrano, 74 anni, compiuti il 26 febbraio scorso. Sarebbe stato ucciso dal nipote, Biagio Lofrano, 41 anni a dicembre, figlio del fratello della vittima, ex operaio di Calabria Verde, con un colpo contundente.
I fatti
Il fatto è accaduto nella serata, intorno alle 18.00. Non ci sarebbero testimoni oculari, perchè i fatti sono avvenuti all'interno dell'officina in via Manzoni. Il cadavere di Ugo Lofrano infatti è stato trovato in una pozza di sangue fra le auto in riparazione all'interno dell'officina. Il nipote, si presume in preda ad un raptus per motivi che verranno chiariti, avrebbe imbracciato il semiasse di un'auto, all'interno della stessa officina, e lo avrebbe scagliato addosso allo zio Ugo ferendolo mortalmente. Sarebbe stato lo stesso meccanico, Biagio Lofrano, a chiamare alcuni parenti riferendo di aver ucciso lo zio e chiedendo di avvisare i carabinieri.
Indagini in corso
Ovviamente, non si conoscono i particolari della vicenda, è ancora troppo presto; ma a quanto pare il quadro sembra essere abbastanza chiaro e l'unico responsabile è già stato preso in consegna dai carabinieri. A Verbicaro, piccolo centro dell'alto Tirreno cosentino, di 2500 abitanti, si conoscono tutti. E sono in tanti a descrivere la vittima come una persona mite, affabile, un uomo gentile. D'altronde, raccontano in paese, era stato lo stesso Ugo Lofrano ad insegnare il mestiere di meccanico al nipote. Non essendo sposato, il 76enne, lo aveva praticamente adottato tenendolo affabilmente vicino. Anzi, a quanto pare, da quanto si dice in paese, avrebbe anche regalato l'officina al nipote e continuava a stargli vicino, pur essendo andato in pensione, per aiutarlo a perfezionare le conoscenze.
L'assassino taciturno
Il giovane assassino, viene descritto come una persona molto silenziosa, forse con qualche problema di disagio. Insomma, l'omicidio è avvenuto in un ambiente che tutto sommato appariva tranquillo. Quindi la discussione potrebbe essere sorta per futili motivi e sarebbe degenerata tanto che il giovane avrebbe preso il semiasse colpendo lo zio in un punto vitale, non lasciandogli scampo. Sui particolari, comunque, sono al lavoro i carabinieri della compagnia di Scalea con il capitano Andrea D'Angelo ed il pari grado, Giuseppe Regina, con la collaborazione dei militari della stazione di Verbicaro.
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