Omicidio Dimova, in aula i carabinieri del Ris
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Omicidio Dimova, in aula i carabinieri del Ris

Proseguono le udienze in corte d'Assise sull'omicidio di Amelia Dimova, avvenuto a Belvedere il 30 agosto dello scorso anno



BELVEDERE – Nuova udienza in corte d'Assise a Cosenza dedicata al processo per l'omicidio di Aneliya Dimova. Si va avanti con l'escussione dei testimoni. E, in continuazione con la precedente udienza, nel corso della quale sono stati sentiti i carabinieri della Compagnia di Scalea e della stazione di Belvedere Marittimo, sono stati escussi, alcuni militari del nucleo operativo del comando provinciale di Cosenza. Successivamente, la corte ha ascoltato le testimonianze dei militari del Ris di Messina. In particolare sono stati affrontati gli argomenti relativi agli accertamenti dattiloscopici e genetici. Come si ricorderà, nella notte del 30 agosto dello scorso anno, l'imputato, Andrea Renda, 32 anni, assistito dall'avvocato Alberto Grimaldi, sarebbe entrato nell'appartamento del centro storico, in uso alla vittima, una donna bulgara di 55 anni, forse per una rapina. Quando il malvivente si è reso conto che all'interno della casa c'era la donna, ha reagito in maniera violenta, fracassando la testa della vittima con bottiglia di whisky.



I militari del Ris hanno descritto le operazioni di prelevamento dei vari reperti, cui sono stati associati diversi campioni ed il confronto dei risultati. I carabinieri avevano portato via, come fonte di prova, persino un pezzo dell'inferriata del balcone dal quale, secondo le ipotesi investigative, l'assassino si sarebbe introdotto nell'appartamento. Diverse le contestazioni sollevate dall'avvocato Grimaldi, difensore dell'imputato, soprattutto sulla conservazione dei reperti, oltre che sulla loro fruibilità. Dopo cinque ore di udienza, la Corte ha rinviato il processo al 16 novembre prossimo, per il prosieguo con i testi a disposizione del pubblico ministero. Si tratta delle persone che conoscevano la vittima e che vivono nella comunità di Belvedere. Ma sono stati chiamati a testimoniare anche altri cittadini appartenenti alla comunità bulgara del luogo.



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