Omicidio Aquino: sette colpi esplosi, quattro lo hanno centrato
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Omicidio Aquino: sette colpi esplosi, quattro lo hanno centrato

L'uomo ha cercato di rifugiarsi nella sua abitazione, ma è stato raggiunto dal killer e freddato



CORIGLIANO ROSSANO – 5 mag. 22 - Sono diversi colpi, forse sette, quelli esplosi nell'agguato di martedì sera in via Mediterraneo, nella frazione Schiavonea, a pochi passi dalla struttura conosciuta come il Quadrato Compagna. La vittima è Pasquale Aquino, 57 anni, personaggio noto alle forze dell'ordine. I proiettili lo hanno raggiunto in varie parti del corpo. Il colpo mortale sarebbe stato esploso alla testa e a distanza ravvicinata. Il killer ha atteso la vittima nella strada che costeggia lato mare la struttura del Quadrato, nella popolosa frazione marinara di Schiavonea dove si dipanano numerose stradine che raggiungono ortogonalmente il lungomare. Aquino, secondo una prima ricostruzione, era appena sceso dalla sua Bmw, gli investigatori hanno trovato lo sportello del mezzo ancora aperto. Quando la vittima ha intuito che c'era qualcuno appostato per lui ha iniziato a correre verso l'abitazione a pochi metri dall'auto. Non ce l'ha fatta. Aquino non era armato, quindi, l'unica via di scampo per lui era quella di ripararsi a casa. Ma il killer, a giudicare da quanto è emerso dai rilievi ha agito con freddezza. Quattro colpi dell'arma calibro nove hanno raggiunto l'obiettivo, gli altri sono stati trovati per strada, alcuni anche a centinaia di metri dal cadavere del 57enne. I primi proiettili esplosi mentre l'uomo correva verso la salvezza lo avrebbero raggiunto ad una spalla e al gluteo. Poi, quelli mortali alla testa. Uno potrebbe essere stato esploso come colpo finale.



L'agguato compiuto su via Mediterraneo è stato ricostruito dai carabinieri del locale Reparto territoriale, coordinati dal tenente colonnello Raffaele Giovinazzo che ha raggiunto il luogo del delitto per coordinare le indagini in mano ai magistrati della Procura di Castrovillari, diretta da Alessandro D'Alessio, ma anche alla Dda di Catanzaro. Perchè il delitto di martedì sera potrebbe avere correlazioni con le attività della criminalità organizzata. Uno sgarro, un regolamento di conti, Una situazione che non poteva più essere chiarita con le parole. Sono stati sentiti dagli investigatori, che hanno lavorato senza sosta sin dal ritrovamento del corpo, i familiari, i conoscenti, eventuali testimoni oculari, ma anche chi ha sentito le esplosioni ed ha capito che si trattava di colpi di arma da fuoco ed ha avvertito le forze dell'ordine. Come sempre accade, si cercano anche eventuali riprese provenienti dalle telecamere di videosorveglianza, piazzate nella zona. Tutti elementi utili a ricostruire la scena del delitto. Capire, poi, le motivazioni che hanno indotto il killer o chi lo ha inviato a premere il grilletto, fa parte di un'attività di indagine che deve essere ulteriormente allargata, investigando sul passato della vittima, sulle frequentazioni, sui rapporti anche di eventuali familiari. Il cadavere di Aquino è stato trasportato nella sala mortuaria di Rossano. Verrà effettuato l'esame autoptico per avere in mano ulteriori elementi che possano consentire di fare chiarezza sulla dinamica.

LE REAZIONI

CORIGLIANO ROSSANO – L'omicidio di martedì sera non può passare inosservato in città. Numerose le reazioni. Prima fra tutte quella del sindaco Flavio Stasi: “L’escalation di violenza che ha colpito la nostra città nelle ultime 24 ore non fermerà la stragrande maggioranza di cittadini per bene che ogni giorno concorrono alla crescita del tessuto cittadino. Il susseguirsi di incendi dolosi cui si vanno a sommare le intimidazioni dei mesi scorsi e l’episodio di sangue di ieri sera, ci spingono di nuovo a chiedere un intervento maggiore delle Istituzioni centrali su questo territorio. Nei mesi scorsi ci sono state fitte interlocuzioni fra il sottoscritto, il vicesindaco Salimbeni e la Prefettura per quel che riguarda il potenziamento delle misure di controllo e vigilanza sul territorio. Allo stesso tempo abbiamo già chiesto da tempo il potenziamento dei presidi di sicurezza e di ordine pubblico cittadini come si dovrebbe confare alla terza città della Calabria sotto la cui giurisdizione si estende un territorio vastissimo da controllare. Confido nel buon lavoro delle Forze dell’Ordine che sicuramente sapranno affidare i colpevoli alla giustizia. Allo stesso tempo faccio un appello a tutte le forze sane della città e alla cittadinanza: abbiamo gli anticorpi per reagire a questa violenza, siamo una città nuova che vuole crescere su un terreno in cui non c’è spazio per il crimine e l’intimidazione. Società civile e Istituzioni devono lavorare fianco a fianco per combattere ogni forma di violenza”.



Interviene anche il Pd di Corigliano Rossano: “Non si può rimanere in silenzio di fronte alla violenza criminale. Invitiamo tutte le forze politiche e sociali, tutte le associazioni, tutti i cittadini alla resistenza civile. Davanti ad episodi così efferati che minano alla base la sicurezza pubblica e pesano come un macigno sull’economia cittadina, che segnano un degrado civile che non appartiene alla nostra storia di civiltà e alla maggioranza della nostra comunità, bisogna opporsi con forza militante. Segnaliamo la necessità di una svolta culturale che respinga le forze oscure, ci si stringa attorno alle forze dell’ordine e se ne supporti l’azione di legalità. Rinnoviamo la richiesta di elevare a distretto il Commissariato di Polizia di Rossano e di rafforzare il presidio dei Carabinieri sia con uomini che con mezzi”.



Alessandra Capalbo di Civico e popolare scrive: “Il sanguinoso agguato che si è consumato nella marina coriglianese è l’ennesimo fatto di cronaca nera che macchia inesorabilmente l’immagine della nostra città e dell’intera comunità, che in questi ultimi tre anni si vede costretta, più che nel passato, a convivere con l’efferatezza di gente senza scrupoli che agisce indisturbata. Stupri, furti, racket, incendi di autoveicoli, “regolamenti di conti”, omicidi... non è questa la città in cui vogliamo vivere! Civico e Popolare aveva in progetto di costruire una Corigliano Rossano “sicura” e “vivibile” con strade via via riqualificate, con l’intessere di rapporti costanti e sinergici con le Forze dell’Ordine per operare l’opportuno controllo del territorio.

È evidente, sindaco, che quando parlava di “città normale”, mai e poi mai i suoi elettori si sarebbero aspettati un tale degrado. Così come è evidente che, nell’euforia del momento, aveva sottovalutato il carico di responsabilità che compete a un sindaco, il cui operato è giudicato in base alle azioni messe in campo, più che alle parole affidate al vento”.



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