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Maltrattamenti a Grisolia, revocata la misura restrittiva

Aggiornamento: 10 dic 2020

Un uomo di Diamante, assistito dall'avvocato Liserre, si sarebbe reso responsabile di gravi azioni nei confronti dell'ex compagna. Fatti avvenuti principalmente a Grisolia

DIAMANTE – 9 dic. 20 - Nessuna violazione delle prescrizioni imposte all'indagato. Attenuate le esigenze cautelari che avevano motivato il provvedimento afflittivo. Per tali ragioni il Giudice del Tribunale di Paola, Alfredo Cosenza, nel pomeriggio di ieri, ha revocato ogni misura cautelare a carico di G.P., 54enne, di Diamante, accusato di maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti della sua convivente. In particolare, all’uomo, difeso dall’avvocato penalista Francesco Liserre, è stato revocato il residuale obbligo di dimora nel comune di Diamante. Una vicenda che, come è noto, si è consumata, nella gran parte dei casi a Grisolia, dove abitava la compagna del 54enne. L’imputato, secondo l’accusa, si sarebbe reso protagonista di una continua serie di episodi di violenza a danno della sua compagna con la quale abitava in quell'appartamento a Grisolia. In più di un’occasione, l'uomo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, coordinati dal pubblico ministero, per futili motivi e in stato di ubriachezza, avrebbe usato violenza nei confronti della donna, anche con l’uso di un coltello, sottoponendola ad un regime di vita umiliante e vessatorio. L’iter giudiziario, ancora pendente presso il Tribunale penale di Paola, è stato molto complesso e articolato, soprattutto per ciò che concerne la fase cautelare durante la quale, l’imputato, per ben due volte è stato tradotto presso la casa circondariale di contrada Deuda, anche a seguito di un aggravamento dell’allora misura in atto, per inosservanza del divieto di avvicinamento alla vittima.

La persona offesa, anche per il timore di probabili ritorsioni, in un primo momento aveva evitato di denunciare i fatti all’autorità giudiziaria, subendo le angherie dell’uomo e vivendo in uno stato di terrore e sofferenza. In particolare, nella serata del cinque dicembre di due anni fa, in seguito all’ennesimo litigio, l’uomo avrebbe selvaggiamente picchiato l’indifesa donna che allertava un proprio familiare e i carabinieri. L’indagato, in preda ad un’incontenibile violenza, minacciava con un coltello il congiunto della vittima e, il tempestivo intervento dei militari, riusciva a scongiurare la tragedia. La donna, copiosamente insanguinata, era stata ricoverata in ospedale. Ieri, in tribunale, a seguito del pieno accoglimento dell’istanza dell’avvocato Liserre, nonostante il parere contrario del pubblico ministero, all’imputato è stata revocata ogni misura cautelare, compreso il divieto di avvicinamento alla persona offesa.


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