Maierà: furto in abitazione: ricorsi inammissibili per gli imputati
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Maierà: furto in abitazione: ricorsi inammissibili per gli imputati

La Corte di Cassazione ha pubblicato le motivazioni della decisione



MAIERA' – 16 feb. 22 - Ritenuti responsabili di un furto in abitazione, la Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di tremila euro ciascuno a favore della cassa delle ammende. Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza che riguarda F.C. 62 anni di Maierà, e E.B. 59 anni anch'egli di Maierà. Nel ricorso in Cassazione, fra l'altro, si evidenziava il fatto che la Corte di Appello avesse rigettato la richiesta di espletamento di una perizia con l'intera videoregistrazione dalla quale erano stati estrapolati solo alcuni minuti del filmato.


“Richiesta fondata, sulla circostanza che non risultava accertato il tempo di commissione del furto presso l'abitazione della persona offesa e sul fatto che l'attribuzione del delitto agli imputati è stata giustificata con l'affermazione che essi erano stati gli unici soggetti che avevano fatto ingresso nell'abitazione nei giorni in questione. La Corte di appello si è limitata a riproporre le valutazioni del primo giudice e a ritenere plausibile la ricostruzione da questi operata”. La Corte di appello, fra l'altro, ha evidenziato che non era necessario avere contezza dell'intero contenuto della video registrazione perché questa era iniziata certamente dopo che la persona offesa aveva subito quattro furti e prima che la stessa si accorgesse che le erano stati sottratti alcuni monili e una somma in contanti dalla camera da letto.


In tale modo si è avuta una precisa determinazione del lasso temporale entro il quale poteva essere stato commesso il furto ascritto ai ricorrenti”. Nella sera del furto, un uomo aveva bussato verso le 19,45 alla porta della donna, presentandosi come amico del figlio. E, in quel contesto aveva fatto presente che sarebbe giunto anche il nipote. Per circa trenta minuti l'uomo e la donna rimanevano insieme nell'abitazione. La porta di ingresso veniva lasciata aperta per permettere al nipote dell'uomo di entrare. Il filmato, mostrava che nel lasso di tempo in cui l'imputato si era trattenuto con la padrona di casa, l'altro indagato era entrato ed uscito per due volte dalla camera da letto dell'abitazione della persona offesa. Appare evidente, dunque, secondo la Cassazione che i due erano entrati nell'abitazione della persona offesa; la scoperta della assenza dei beni il giorno successivo alla visita.



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