L'Arcomagno, messo nel cassetto dalla Regione Calabria. Madeo: «Faremo da soli»
La gestione dell'area dell'Arcomagno è complessa per una serie di fattori e al grido d'aiuto non ha risposto nessuno
SAN NICOLA ARCELLA – 3 feb. 23 - Abbandonati dalle istituzioni per la gestione e la cura di un sito che, in altri luoghi, forse, otterrebbe l'attenzione che merita. L'Arcomagno è un sito di bellezze naturali che non ha nulla a che invidiare ai posti più belli del mondo; eppure, si fa finta di non vedere. Si utilizza per pubblicizzare le “bellezze della Calabria”, ma poi, nei fatti, lo si dimentica. Il sindaco Eugenio Madeo, sembra non scoraggiarsi, e, nonostante tutto è pronto a fare il possibile per preservare un luogo naturale di infinita bellezza. Ecco il grido d'allarme di Madeo: “Nessuno intende darci una mano per la gestione dell’Arcomagno? Pazienza – afferma il sindaco - Ci rimboccheremo le maniche e con le nostre sole forze faremo tutto il possibile per evitare il ritorno al passato. Il 15 novembre scorso abbiamo presentato la proposta di legge regionale per la tutela dell’Arcomagno alla presenza del presidente della Provincia di Cosenza, dopo averla inoltrata al consiglio regionale all’attenzione di tutti i componenti.
Nessuno ha inteso fino ad ora farla propria e presentarla in assemblea. Ne prendiamo atto! Non per questo ce ne laveremo le mani e nonostante la spiaggia e la grotta dell’Arcomagno appartengano al Demanio dello Stato, ed anche se non abbiamo mai ricevuto nulla per la sua gestione né in termini di mezzi, di personale e di risorse finanziarie, così come prevedono tutte le normative nazionali e regionali, impediremo che quel sito ridiventi il luogo di bivacchi, di sporcizia, di incidenti e di pericolosi assembramenti oltre ogni limite, rendendone fortemente invasiva la fruibilità”. La polemica si estende anche alle tante segnalazioni degli ambientalisti. Il sindaco Madeo risponde: “Non seguiremo certamente i cattivi consigli di qualche associazione ambientalista locale che ci propone di chiudere tutti gli accessi alla spiaggia dell’Arcomagno (come, con un recinto di filo spinato elettrico per mare e per terra?) che nei fatti ci riporterebbe indietro a quei 22 anni che hanno visto ordinanze di chiusura totale e vani tentativi di installare barriere, cancelli ed ostacoli di ogni genere, sempre superati e battuti giù da visitatori, che hanno poi occupato e reso fortemente invasiva la fruibilità del luogo.
C’è un solo sistema per gestire nel migliore dei modi possibili l’Arcomagno, almeno nella stagione estiva e quando giungono visitatori da tutte le parti, attratti dalle immagini suggestive che la Regione utilizza per pubblicizzare e promuovere turisticamente la Calabria. Adotteremo lo stesso sistema dell’anno scorso, ricorrendo alle visite controllate ed organizzate. Nessun incidente, migliore e meno invasiva fruibilità del luogo, più pulizia lungo il percorso e sulla spiaggia, circa 15 mila visitatori in soli due mesi e, ciò nonostante, più sicurezza”. I pericoli restano, ma per il sindaco si può ripetere “l’esperienza positiva dell’anno trascorso, ricontrollando il percorso per renderlo più agibile possibile con i limitati mezzi finanziari di cui disponiamo, e migliorando lo stesso servizio, grazie al fatto che, avendo pubblicato per 60 giorni consecutivi due avvisi per la presentazione di proposte per l’affidamento dei servizi relativi alle visite guidate e controllate, per le imprese abbiamo ricevuto la sola proposta di chi ha gestito il servizio lo scorso anno e per le associazioni la sola proposta della Pro-Loco di San Nicola Arcella con il coinvolgimento di altre due associazioni ambientaliste come Mare Pulito e Visit Papasidero. Altri, i ciarlatani di professione, si sono ben guardati dal proporsi”.
GLI AMBIENTALISTI DI ITALIA NOSTRA SULL'ARCOMAGNO
SAN NICOLA ARCELLA - L'Arcomagno, ancora all'attenzione degli ambientalisti di Italia nostra. Il gruppo dell'alto Tirreno cosentino fa rilevare come siano in atto nel sito che vorrebbe diventare patrimonio dell'Unesco, diverse frane che si rivelano elementi di pericolo perchè potrebbero venir giù altri frammenti di roccia. “Dopo il tracciato che attraversa l'arco – evidenziano dal gruppo di Italia nostra - una frana ha ostruito completamente il sentiero che porta alla spiaggetta e divelto la staccionata di protezione. Anche più in basso la staccionata è stata investita da un grosso masso caduto dall'alto. Ma un po' ovunque lungo tutto il tracciato del sentiero sono caduti dai costoni sovrastanti pietre, più o meno grandi ,e altre potrebbero ancora cadere, in alcuni tratti il sentiero è sconnesso. Ora – aggiungono da Italia nostra - non è sufficiente rimuovere i materiali di frana lungo il percorso ostruito, riparare le staccionate danneggiate e togliere pietre e massi. E' invece necessario per ragioni di sicurezza chiudere tutti gli accessi, ora aperti, ed avviare immediatamente con personale qualificato un'attività di verifica dei versanti ed assumersi la piena responsabilità che il transito dei turisti nel periodo estivo avvenga nella massima sicurezza. Questa garanzia deve essere assunta non solo dal comune – conclude la nota di Italia nostra - ma anche da chi eventualmente gestirà l'accesso all'Arcomagno nel periodo estivo con visite effettivamente guidate da chi conosce i tratti più critici del sentiero”.