I tirocinanti dell'alto Tirreno accendono i riflettori sulla loro situazione
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I tirocinanti dell'alto Tirreno accendono i riflettori sulla loro situazione

Oggi manifestazione a Roma e astensione dal lavoro per attirare l'attenzione sulla questione dei tirocinanti


ALTO TIRRENO – 9 apr. 21 - Da Scalea, ma anche da altri centri, è partito oggi l'appello per ottenere risposte. Sono i tirocinanti a lanciare il messaggio. Una delegazione è stata a Roma questa mattina per protestare “Contro il lavoro nero legalizzato; contro le proroghe dei tirocini e contro gli schiavi del sistema”. I tirocinanti di Scalea hanno protocollato, nei giorni scorsi, una comunicazione al sindaco Giacomo Perrotta con la quale confermavano l'adesione alla giornata di sciopero. Nel rispetto delle restrizioni per l'emergenza Covid, però, solo una delegazione ha preso parte alla manifestazione nella Capitale.

L'iniziativa, spiegano i tirocinanti di Scalea nella lettera consegnata al sindaco: “promossa dal sindacato Usb, ha come oggetto la richiesta di regolarizzazione della situazione occupazionale del personale tirocinante ospitato negli enti calabresi”. Chi non è andato a Roma, comunque si è unito ai colleghi astenendosi dalle attività.

Nella mattinata di ieri, prima ancora che si verificasse la tragedia nel territorio di Buonvicino, la sindaca Angela Barbiero aveva inteso esprimere solidarietà a lavoratori. In una breve nota si legge: “Il sindaco e l'amministrazione comunale di Buonvicino sono solidali e a supporto dei tirocinanti ex percettori di mobilità in deroga e ne sostengono le rivendicazioni per le quali gli stessi, oggi, si assenteranno per una forma di protesta silenziosa in merito alla vertenza sul futuro incerto degli stessi”.



“Da mesi – si legge in una nota - va avanti la battaglia dei circa 7000 tirocinanti in servizio sul

territorio regionale, senza tutele, mortificati nel lavoro che svolgono e privati di un futuro

dignitoso, mentre le istituzioni locali e nazionali continuano a disattendere gli impegni e

preferiscono non affrontare il problema per come dovrebbero. La pandemia ha aggravato la già difficile situazione dei tirocinanti, costretti a sopravvivere con poche centinaia di euro al mese elargite a singhiozzo e ad operare in condizioni di totale insicurezza. Nonostante l’emergenza dovuta alla diffusione Covid-19 abbia ulteriormente palesato l’importanza del settore pubblico, e come questo necessiti di investimenti ed assunzioni, si preferisce mantenere migliaia di persone in uno stato di perenne precarietà invece di dar vita ad un serio percorso di contrattualizzazione e stabilizzazione. Ciò dovrebbe rappresentare una priorità assoluta per l’agenda politica sia dell’amministrazione regionale che del governo nazionale, invece assistiamo al solito scarica barile. Non possiamo più sopportare le ennesime proroghe dei falsi tirocini formativi senza

all’orizzonte la stabilizzazione e gli ennesimi ricatti della politica locale alla vigilia della

competizione elettorale”.

Magorno: "Sostegno ai tirocinanti calabresi"

La battaglia dei #tirocinanti calabresi va sostenuta senza esitazione alcuna. Si tratta di figure fondamentali per la nostra regione, che meritano di essere ascoltate e i cui diritti devono essere realizzati.

IL SINDACO DI VERBICARO

Il sindaco di Verbicaro fa appello al Presidente del Consiglio Draghi e al governo per riconoscere il diritto al lavoro ai tirocinanti calabresi( e tra questi anche di Verbicaro e del territorio del Tirreno Cosentino) dopo anni di lavoro nero.

Venerdì 9 aprile i Tirocinanti calabresi entrano in protesta per vedere riconosciuto il proprio diritto al "lavoro", vero e riconosciuto.

Un gruppo si recherà a Roma, contestualmente altri presidieranno le prefetture di Catanzaro e Reggio, ma il maggior numero osserverà un giorno di astensione dal tirocinio. Dopo anni di servizio negli uffici della pubblica amministrazione, della giustizia, miur e mibact, alla fine del loro sodalizio non vedono futuro certo. Anni di LAVORO NERO mal pagato, non riconosciuto, senza alcun diritto, senza ferie, contributi, malattia, offrendo però grande contributo e ristoro per i tanti Enti in carenza di personale.

Giorno 9 però dicono basta, il popolo dei tirocinanti SI FERMA!

In questo momento di grande precarietà sanitaria, c'è estremo bisogno di certezze e stabilità, e questo è l'appello che rivolgiamo al Governo.

L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI SCALEA

L’Amministrazione comunale di Scalea esprime piena, totale e incondizionata solidarietà ai tirocinanti calabresi che oggi sono scesi in piazza in segno di protesta e chiede risposte concrete per garantire dignità lavorativa e certezze sul futuro di tante madri e padri di famiglia che da anni contribuiscono a garantire servizi indispensabili alla popolazione tramite la loro opera prestata all’interno dei pubblici uffici.

Ci troviamo in un periodo storico particolarmente delicato durante il quale è necessario più che mai che la politica si assuma le responsabilità con atti chiari e immediati. La tutela del diritto al lavoro, così come il giusto riconoscimento di un adeguato salario in relazione al tipo di opera prestata, è il minimo che qualsiasi lavoratore ha diritto a vedersi riconosciuto.

Inoltre in molti comuni dove le possibilità di assunzioni sono limitate e vincolate a particolari situazioni economiche e di bilancio, i tirocinanti rappresentano un supporto più che valido alla funzionalità degli uffici ma c’è bisogno di dare a questa gente garanzie concrete sul loro futuro.

L’amministrazione comunale di Scalea, pertanto, si schiera al fianco dei tanti colleghi sindaci che stanno perorando la causa dei tirocinanti calabresi anche tramite richieste formali indirizzate al Governo e ai ministeri competenti, affinché vengano individuate le forme e le modalità più idonee e soprattutto celeri, che permettano la trasformazione di un precariato storico in un vero e proprio rapporto lavorativo e si dichiara pronta a sostenere le azioni che questa categoria di lavoratori intenderà mettere in campo.


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