Grisolia: minaccia grave, porto di arma, la Cassazione decide per due imputati
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Grisolia: minaccia grave, porto di arma, la Cassazione decide per due imputati

Atti rinviati per alcuni capi, altri prescritti. La Cassazione decide su vicende del 2013



GRISOLIA – 22 feb. 22 - Una serie di eventi degli anni scorsi, oggetto di sentenza della Corte di Cassazione. I due imputati sono: A.R., 45 anni, e R.C., 29 anni. Assistiti rispettivamente dagli avvocati Lucio Conte e Pietro Sammarco. Il ricorso contro la sentenza del 16 febbraio dello scorso anno della corte d'Appello di Catanzaro. La Cassazione, nei giorni scorsi ha deciso in merito al ricorso che presentava diverse questioni: ha annullato, senza rinvio, la sentenza impugnata da R.C. perché il reato ascrittogli è estinto per prescrizione. Ha annullato la sentenza impugnata da A.R., limitatamente ai reati indicati in due capi, con rinvio per nuovo giudizio e sul trattamento sanzionatorio ad altra sezione della Corte di appello di Catanzaro.


Ha dichiarato inammissibile, nel resto, il ricorso di A.R.. La Corte di Appello di Catanzaro, il 16 febbraio 2021, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Paola del 21 giugno 2017, ha condannato A.R. alla pena di 4 anni, 1 mese di reclusione e R.C. alla pena di un anno e 8 mesi di reclusione. A.R. è accusato di aver violato gli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Grisolia. In particolare, il 18 febbraio 2013 si era allontanato dal proprio domicilio, per recarsi nel comune di Diamante commettendo il reato di minaccia grave, e il 24 febbraio 2013 si era recato nel comune di Maierà, senza dare preavviso all'autorità di pubblica sicurezza, al fine di commettere i reati di minaccia grave e danneggiamento e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo. Il 17 febbraio 2013 a Diamante, A.R. aveva minacciato E.B. con l'utilizzo di una pistola, poiché quest'ultimo si era allontanato dal locale dove si trovavano insieme senza consumare quanto ordinato in precedenza.


A.R. è accusato di minaccia grave e danneggiamento, perché il 24 febbraio 2013 avevano minacciato E.B., sparando dei colpi d'arma da fuoco con una pistola. Proiettili che avevano lesionato il vetro dell'abitazione della vittima, a Maierà. Lo stesso A.R. è accusato di detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo detenute e portate in luogo pubblico. R.C. è accusato, in concorso, nel delitto di porto di arma comune da sparo. La Cassazione, quindi, accogliendo il ricorso dell'avvocato Lucio Conte ha annullato la sentenza impugnata da A.R., limitatamente ai reati di cui ai capi 3) e 4), minaccia grave e danneggiamento, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo in luogo pubblico, con rinvio per nuovo giudizio. La stessa Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata da R.C., perché il reato ascrittogli è estinto per prescrizione.



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