Diamante, sparatoria al bar Perugino, richiesto e rigettato un percorso di giustizia riparativa
Udienza in tribunale a Paola, per la sparatoria al bar Perugino di Diamante si torna in aula a settembre
DIAMANTE – 14 lug. 23 - La vicenda della sparatoria al bar Perugino sul lungomare di Diamante prosegue al tribunale di Paola. Una serie di udienze per cercare di ricostruire tutti gli elementi utili a chiarire quanto è accaduto all'interno della pasticceria Perugino, lo scorso 4 febbraio 2022. Gli imputati, come è noto, sono i tre fratelli Massimo De Rose, 32 anni, Alessandro De Rose, 36 anni, e Mattia De Rose, 39 anni; devono rispondere dell'ipotesi di accusa di duplice tentato omicidio e sono tutti destinatari di misura cautelare e da considerare innocenti fino ad eventuale ultimo grado di giudizio.
Diamante, sparatoria al bar Perugino, le testimonianze dei carabinieri
Si prosegue con l'audizione dei carabinieri che in qualche modo hanno preso parte alle indagini e agli interventi subito dopo la sparatoria e nei giorni successivi. Per alcune testimonianze di alcuni militari si è deciso di rinunciare, in quanto, probabilmente, le tematiche sarebbero state ampiamente chiarite. Una testimonianza si è basata sui rilievi successivi alla sparatoria. Uno dei carabinieri ha raccontato con dovizia di particolari, il rinvenimento di un'ogiva all'interno dei locali. Il reperto è stato recuperato dopo il sequestro della struttura che, come è noto è rimasta con i sigilli per il tempo necessario allo svolgimento delle indagini. C'è stato anche un cambiamento per uno degli imputati, Massimo De Rose, che sarà assistito nelle prossime fasi processuali, dagli avvocati Maurizio Nucci e Antonio Crusco. Altri avvocati difensori degli imputati sono Cristian Cristiano e Francesco Santelli. Le persone offese, Stefano e Gianluca Perugino, sono assistite dagli avvocati di fiducia Francesco Liserre e Luigi Crusco; il comune di Diamante, che come è noto si è costituito parte civile, è assistito dall'avvocato Giuseppe Marchese.
Diamante, sparatoria al bar Perugino, richiesto e rigettato un percorso di giustizia riparativa
Inoltre, la difesa degli imputati ha presentato un'istanza per richiedere un percorso di giustizia riparativa per gli imputati, tenendo conto di quanto stabilito dalla riforma Cartabia. Il tribunale ha rigettato la richiesta. Si torna, quindi, in aula, il prossimo mese di settembre. Secondo l'accusa, nel locale di corso Vittorio Emanuele, 135, sarebbero stati esplosi cinque colpi d'arma da fuoco all'indirizzo di Stefano e Gianluca Perugino. Due colpi hanno raggiunto la spalla sinistra di Stefano Perugino e avrebbero perforato una felpa indossata da Gianluca Perugino, all'altezza del torace. L'indagine dei Ris, fra l'altro, si è concentrata proprio su vari particolari e mira a rilevare la presenza di elementi che possano confermare l'ipotesi accusatoria. Nel corso della precedente udienza erano stati acquisiti i filmati estratti dalle telecamere di videosorveglianza della zona che aiutano alla ricostruzione dei fatti.