Agricoltori, coltivatori sono sul piede di guerra. E' necessario affrontare il problema al più presto per salvare i raccolti

ALTO TIRRENO – 25 ago. 20 - Parte da Orsomarso e San Nicola Arcella, la nuova iniziativa per sensibilizzare le istituzioni a trovare soluzioni contro una vera e propria invasione di cinghiali. Fotografie, video confermano una pesante presenza degli ungulati sul territorio che si riproducono in modo esponenziale e cercano nuovi territori per potersi sfamare. A fare le spese di tutto ciò sono soprattutto gli agricoltori. Anche i cittadini proprietari di orti. I cinghiali scendono sempre più giù, anche fino al mare e devastano gli orti, fanno razzia di vigneti, ma da qualche tempo rovistano anche fra la spazzatura. La presenza di cinghiali nelle aree più vicine alla costa, come è ormai noto da tempo rappresenta l'ennesima emergenza calabrese. Agricoltori, allevatori, cittadini, chiedono interventi risolutivi. La selezione organizzata sui territori sembra non dare risposte adeguate. Il perché è da individuare in una serie di questioni. Sono gli stessi “selezionatori” nei mesi scorsi ad aver denunciato l'inadeguatezza del piano. Anzi alcuni cacciatori hanno segnalato veri e propri rischi anche per le persone. E così i cinghiali, padroni incontrastati del territorio, continuano a scorrazzare nei terreni e a distruggere raccolti, recinzioni, scavare orti di privati cittadini ed anche mettere a rischio l'incolumità delle persone, non solo perchè se vengono infastiditi possono attaccare; ma anche perché la loro presenza sulle strade può essere motivo di grave pericolo per gli automobilisti.
Gli agricoltori, come Tonino Maratia chiedono soluzioni: “Riteniamo che ci debba essere un intervento solido delle autorità – afferma l'agricoltore di Orsomarso Tonino Maratia -. Chiediamo che venga aperta la caccia al cinghiale dal 15 marzo al 15 ottobre per poter garantire tutte le colture. I cinghiali dissodano i terreni, devastando orti, coltivazioni di erba medica. Riusciamo a raccogliere il 30, 40% delle coltivazioni. Il resto lo mangia il cinghiale. E' necessario organizzare un incontro alla Regione Calabria per poter trovare la migliore soluzione. Non chiediamo denaro”. Da San Nicola Arcella, Domenico Donadio, viticoltore racconta: “Siamo stati costretti a recintare i terreni, perché, nonostante avevamo messo il recinto elettrico i cinghiali sono riusciti a passare, creando danni ingenti. Sono riuscito a salvare un po' di uva facendo una recinzione con la rete. Al momento non ho quantificato i danni subiti, ma posso affermare con certezza che ci sono delle parti del vigneto completamente distrutti. I cinghiali, non solo mangiano l'uva, ma rovinano anche la pianta perché la strappano completamente. Ritengo che con una popolazione di animali che cresce in modo così esponenziale – ha commentato Domenico Donadio – bisogna intervenire, perché oltre al danno agli agricoltori, penso che ci sia un danno anche per la stessa specie, perché il territorio non può sopportare un numero così elevato di animali. La popolazione è cresciuta in un modo incredibile. Sono affamati e determinati e non è la prima volta che provocano incidenti stradali mettendo a rischio l'incolumità dei cittadini”.
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