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Cetraro, Michele Iannelli, "Tavolone" resta ai domiciliari a Scalea

Cetraro, Michele Iannelli, noto come "Tavolone", resta agli arresti domiciliari a Scalea, lo ha deciso il tribunale di sorveglianza su istanza dell'avvocato difensore Antonio Crusco


Michele Iannelli, noto come "Tavolone", resta agli arresti domiciliari a Scalea, lo ha deciso il tribunale di sorveglianza su istanza dell'avvocato difensore Antonio Crusco

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Cetraro, 23 marzo 2024 - Michele Iannelli, 49 anni, di Cetraro, noto con il nome di “Tavolone” resta ai domiciliari a Scalea. Il cetrarese ha ottenuto la proroga della detenzione domiciliare. In precedenza, il beneficio era stato concesso dal Tribunale di sorveglianza di Catanzaro.

La concessione della misura alternativa alla detenzione in carcere, aveva una durata di sei mesi. Michele Iannelli, in pratica, avrebbe dovuto lasciare la sua abitazione per ritornare fra le mura del carcere, il prossimo lunedì 25 marzo. Il legale di fiducia del 49enne, il penalista avvocato Antonio Crusco, ha chiesto ed ottenuto, con una articolata e dettagliata istanza, dall’ufficio di sorveglianza di Cosenza la prosecuzione della detenzione domiciliare disposta in via di urgenza in attesa della decisione del Tribunale di sorveglianza di Catanzaro.




Michele Iannelli, noto come "Tavolone", resta agli arresti domiciliari a Scalea, lo ha deciso il tribunale di sorveglianza su istanza dell'avvocato difensore Antonio Crusco
L'avvocato Antonio Crusco

Quest'ultimo, in accoglimento della tesi del legale di fiducia, Antonio Crusco, il 21 settembre scorso aveva disposto la scarcerazione e quindi la detenzione domiciliare di Michele Iannelli, con una soluzione “a termine” e cioè fino a sei mesi a partire dal 26 settembre, giorno in cui era stato rimesso in libertà dalla casa circondariale di Catanzaro.

Michele Iannelli era stato detenuto presso la casa circondariale di Paola e poi in quella di Catanzaro per il procedimento conosciuto come “Fabbrica della droga” per il quale era stato condannato alla pena di 14 anni. Dopo la condanna, aveva dato incarico al penalista Antonio Crusco, il quale aveva proposto istanza di scarcerazione chiedendo la detenzione domiciliare a Scalea, al Tribunale di sorveglianza. Però, nell’ambito della esecuzione dei domiciliari, Michele Iannelli, aveva ricevuto il 9 ottobre dello scorso anno proposta di revoca della detenzione domiciliare, su richiesta dell’Ufficio di sorveglianza di Cosenza e della stazione dei carabinieri di Scalea. Si riteneva, in pratica, che il domicilio di Scalea, dove Iannelli scontava i domiciliari, non fosse idoneo perché il proprietario dell’immobile era un uomo già noto alle forze dell'ordine.


Dopo l'udienza, davanti al tribunale di sorveglianza di Catanzaro, Michele Iannelli, non aveva fatto ritorno in carcere, perché in accoglimento della tesi del suo legale, il tribunale di sorveglianza il 29 febbraio di quest'anno aveva disposto la prosecuzione della detenzione domiciliare a Scalea fino al 25 marzo, giorno di scadenza dei sei mesi e giorno in cui doveva essere tradotto nel più vicino istituto di pena. Ieri, però, la magistratura di sorveglianza di Cosenza, in accoglimento dell’istanza del penalista Antonio Crusco, ha sospeso l’ordine di carcerazione, disponendo la prosecuzione della detenzione domiciliare. C'è da ricordare che Michele Iannelli era detenuto in carcere anche per il procedimento “Affari di famiglia” per il quale, invece, il Gip distrettuale di Catanzaro aveva disposto, in accoglimento della tesi dell’avvocato Antonio Crusco, la scarcerazione senza alcun termine a differenza della sorveglianza.


 


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