"Affari di famiglia", Iannelli "Tavolone" ai domiciliari a Scalea con braccialetto
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"Affari di famiglia", Iannelli "Tavolone" ai domiciliari a Scalea con braccialetto

"Affari di famiglia", il cetrarese Iannelli, noto come "Tavolone" va ai domiciliari a Scalea con il braccialetto elettronico

"Affari di famiglia", Iannelli "Tavolone" ai domiciliari a Scalea con braccialetto
L'avvocato penalista Antonio Crusco

CETRARO – 27 set. 23 - Era rimasto coinvolto nella cosiddetta operazione “Affari di famiglia”. Michele Iannelli, 48 anni, di Cetraro, alias “Tavolone” esce dal carcere di Catanzaro, su istanza del suo legale di fiducia, l’avvocato penalista Antonio Crusco. Iannelli è coinvolto in diversi maxi processi per i quali era ristretto prima presso la casa circondariale di Paola e da ultimo presso la casa circondariale di Catanzaro nel regime di alta sicurezza, in particolare al dopo l’ultima operazione sul Tirreno cosentino nota come “Affari di Famiglia”. Secondo la procura distrettuale di Catanzaro, Iannelli, avrebbe costretto, in concorso con altri soggetti, un imprenditore del Tirreno cosentino, rappresentante di una ditta di costruzioni, aggiudicataria di un appalto per la realizzazione di lavori edili di Longobardi, a consegnare dapprima la sua autovettura a garanzia del pagamento e successivamente una ingente somma di denaro.



La procura distrettuale di Catanzaro ha contestato a Michele Iannelli il reato di estorsione con l’agevolazione del metodo mafioso. Inoltre veniva contestata anche la vendita di 30 kg di marijuana al prezzo di 30 mila euro ad altro soggetto. Quest'ultimo, avrebbe acquistato la droga per la successiva rivendita con l’aggravante dell’ingente quantità di sostanza stupefacente. Questi fatti sarebbero stati commessi a San Lucido nel mese di gennaio 2020 con condotta perdurante. Michele Iannelli, alias “tavolone”, era già in espiazione pena presso il carcere di Paola perché arrestato nell’ambito della altra nota operazione “Fabbrica della droga” per la quale i finanzieri avevano scoperto una raffineria di droga. Migliaia di piante di marijuana, di cui oltre tremila, in fase di essiccazione e altre sessanta pronte per il travaso nonché circa due quintali di “erba” stipati in cinquanta balle, ciascuna contenente un quantitativo di stupefacente variabile tra i due e i cinque chilogrammi e migliaia di semi di pregiata qualità. Michele Iannelli, era stato condannato con sentenza passata in giudicato.



Il “Tavolone” era stato ristretto anche nell’ambito dell’operazione Godfather ed in quella di Overloading, dove gli veniva contestata la gestione di piantagioni,insieme ad altri, di canapa indiana, nelle località Difesa e Sant’Angelo del comune di Cetraro. Il legale di fiducia di Michele Iannelli, l’avvocato Penalista Antonio Crusco, ha quindi proposto, nel mese di luglio scorso, istanza di scarcerazione nel procedimento “Affari di Famiglia” per il quale l’imputato era ristretto in regime di custodia cautelare in carcere in alta sicurezza. Il Gip distrettuale di Catanzaro, in accoglimento delle argomentazioni di diritto del legale di fiducia ha disposto la scarcerazione, con la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari da eseguirsi presso una abitazione in Scalea con il braccialetto elettronico. L'ordinanza di scarcerazione non è stata subito eseguita, in quanto Iannelli era ristretto anche per gli altri procedimenti, Fabbrica della Droga, Overloading, Godfather. Il legale di fiducia, con corposa memoria difensiva, si rè rivolto anche al Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro. Ieri, la decisione della detenzione domiciliare a Scalea, con braccialetto elettronico, come già deciso dal Gip distrettuale di Catanzaro nel procedimento “Affari di Famiglia” su istanza del penalista Antonio Crusco.




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