Aggredita ad agosto a Tortora: iniziato il processo contro 4 campani
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Aggredita ad agosto a Tortora: iniziato il processo contro 4 campani

Aggiornamento: 11 feb 2022

Il comune di Tortora, assistito dall'avvocato Lucio Conte, si è costituito parte civile



TORTORA – 10 feb. 22 - Contusioni, ematomi multipli, trauma cranico: così era stata ridotta Beatrice Lucrezia Orlando, l'insegnante originaria di Potenza aggredita e pestata violentemente l'estate scorsa, mentre era in vacanza sul Tirreno cosentino, a Tortora. L'insegnante potentina era stata colpita per ben due volte ed aveva dovuto fare ricorso alle cure in ospedale; la prima volta il 4 agosto e la seconda, in maniera più violenta, il 6 agosto, tant'è che era stata costretta a rivolgersi ai presidi di Praia a Mare, inizialmente, e di Potenza successivamente. Ieri mattina, al tribunale di Paola si è aperto il processo in composizione collegiale: presidente Carotenuto, giudici: Cominato e Altamura, pubblico ministero Antonio Lepre. Gli imputati sono quattro, tutti residenti in Campania a San Giorgio a Cremano. Si tratta di Amelia Stravella, 42 anni; Gaetano Bonetti, 46 anni; Carlo Bonetti, 73 anni, Liliana Meraviglia, 72 anni. I quattro imputati sono tutti assistiti dall'avvocato di fiducia Silvio Auriemma del Foro di Napoli. La vittima del pestaggio, Beatrice Lucrezia Orlando, 43 anni, ricercatrice, di Potenza, è assistita dall'avvocato Antonello Cimadomo del Foro di Potenza. Il comune di Tortora, per come promesso dal sindaco Antonio Iorio, subito dopo il fatto di cronaca, si è costituito parte civile ed è assistito dall'avvocato di fiducia, Lucio Conte, del Foro di Paola.

L'apertura del processo, come sempre accade è stata riservata principalmente alle questioni tecniche con l'ammissione della Parti civili: la vittima ed il comune di Tortora; non erano presenti altre associazioni che avevano annunciato, a caldo, la partecipazione attiva al processo. Si è proceduto all'ammissione delle prove, richieste dalle parti, e successivamente il presidente Carotenuto ha rinviato l'udienza al prossimo 11 maggio. I quattro imputati devono rispondere in concorso fra loro di vari reati, dalla tentata rapina alle lesioni personali: “perché, in concorso tra loro, al fine di procurarsi un ingiusto profitto mediante violenza e minaccia alla persona consistite nel profferire minacce di morte e nel provocare le lesioni, compivano atti idonei e diretti in modo non equivoco ad impossessarsi del telefono cellulare della parte offesa, non riuscendo nell'intento per cause estranee alla loro volontà. Con la circostanza aggravante del fatto commesso da più persone riunite”. Ma i quattro sono anche accusati di aver aggredito l'insegnante di Potenza cagionandole lesioni personali: contusioni multiple al volto con scheggiatura di elemento dentario, trauma cranico con escoriazioni ed ematomi multipli della regione facciale e alla spalla; deficit del visus dell’occhio di sinistra e dolore alla pressione del seno mascellare sinistro, dolore in regione retrobulbare; esiti di trauma contusivo emivolto di sinistra. limitazione funzionale della cinetica mandibolare e dolore alla pressione del seno mascellare; ferite giudicate guaribili in oltre 40 giorni, come da certificazioni mediche.


Inoltre, Liliana Meraviglia è anche accusata di aver minacciato “un male ingiusto” alla vittima “dicendole che avrebbe ammazzato lei e la sua famiglia”. I carabinieri della compagnia di Scalea avevano effettuato serrate indagini e nei giorni successivi alle due aggressioni avevano già individuato i quattro presunti autori dell'aggressione, assicurati alla giustizia il 6 settembre dello scorso anno. In quella data infatti a San Giorgio a Cremano, i militari della compagnia carabinieri di Scalea, coordinati dal capitano dell'epoca, Andrea Massari, supportati da personale della compagnia carabinieri di Torre del Greco avevano dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Paola, Rosamaria Mesiti,s u richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti dei quattro indagati, ritenuti responsabili, in concorso, di “tentata rapina e lesioni personali aggravate”.



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