"Affari di famiglia" tra San Lucido, Paola e Fuscaldo: chiuse le indagini
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"Affari di famiglia" tra San Lucido, Paola e Fuscaldo: chiuse le indagini

Droga, estorsioni, "Affari di famiglia": chiuse le indagini della DDa sull'operazione fra Paola, San Lucido e Fuscaldo


Droga, estorsioni, "Affari di famiglia": chiuse le indagini della DDa sull'operazione fra Paola, San Lucido e Fuscaldo

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SAN LUCIDO – 2 feb. 24 - A distanza di circa nove mesi dalla complessa operazione denominata “Affari di famiglia”, su droga, estorsioni: chiuse le indagini della DDa; l'operazione, fra Paola, San Lucido e Fuscaldo L'atto porta le firme del procuratore della Repubblica presso la Dda di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, e dei colleghi Romano Gallo e Chiara Reale. Lo scorso 9 maggio del 2023, 37 indagati erano stati raggiunti da misure cautelari, ma l'inchiesta coinvolgeva un numero più ampio di persone. La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, aveva puntato l'obiettivo su episodi di spaccio e consumo di sostanze stupefacenti, traffici di droga, estorsioni ed altri episodi, principalmente sui comuni di Paola, San Lucido, Falconara Albanese, Fiumefreddo Bruzio e Longobardi. L'ambito di azione, emerso dalla lunga attività investigativa era ancora più ampio e molti episodi sono stati ricostruiti anche grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Adesso l’inchiesta contro il presunto clan delle famiglie “Tundis-Calabria” passa da un nuovo punto fermo: la chiusura delle indagini. Il collegio difensivo degli indagati è formato dagli avvocati: Andrea Alvaro, Gregorio Barba, Giuseppe Belvedere, Vincenzo Belvedere, Libero Borsani, Giuseppe Bruno, Nicola Carratelli, Adolfo Cavaliere, Vincenzo Cicino, Antonio Crusco, Carmine Curatolo, Emma Eboli,Lucio Esbardo, Pasquale Filippelli, Manuela Gasparri, Francesco Gelsomino, Giorgia Greco, Sabrina Mannarino, Francesco Perri, Armando Sabato, Giovanni Salzano, Francesco Sapone, Mario Scarpelli, Alessandro Tedesco, Francesco Tripodi, Massimo Zicarelli.


Gli indagati sono in tutto 53, devono rispondere a vario titolo dei reati di: associazione mafiosa, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso, con eventuali aggravati dalle modalità e finalità mafiose. Nei prossimi venti giorni potrà essere prodotta ulteriore documentazione o gli indagati potranno eventualmente essere sentiti per dichiarazioni tendenti a scagionarli dai reati ipotizzati. Si attende, quindi, scaduti i termini, l'ulteriore decisione per un eventuale rinvio a giudizio. L'attività investigativa dell'operazione “Affari di famiglia” riguardava lo spaccio ed il consumo di droghe, in particolare di cocaina, sulla fascia del medio e basso Tirreno cosentino, ma anche episodi di estorsione e una serie di vicende cristallizzate da attività di intercettazioni, anche con filmati. Si evidenziava a conclusione dell'attività investigativa “uno spaccato allarmante ed esaustivo della realtà criminale e dell’evoluzione, avvenuta negli ultimi decenni, degli equilibri mafiosi sul territorio. Entro tale cornice si inserisce l’associazione di stampo mafioso la cui esistenza ed operatività risulta corroborata da numerose fonti di prova assolutamente genuine ed univoche”.

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