Scalea, soccorsi in ritardo: la rete di emergenza fa acqua da tutte le parti
C'è l'interesse del vicepresidente del consiglio regionale Franco Iacucci sulle ambulanze
SCALEA - 11 feb. 22 - La vicenda dei ritardi nei soccorsi della donna investita a Scalea lo scorso 7 febbraio e la denuncia dei giorni scorsi di Vincenzo Casciaro della Cgil, sono all'attenzione del vicepresidente del consiglio regionale Franco Iacucci. Vincenzo Casciaro, segretario generale Fp-Cgil del comprensorio Pollino Sibaritide Tirreno a fine gennaio aveva denunciato: “Da mesi l'autoambulanza di servizio a Scalea attende una riparazione, che tarda ad arrivare. Allo stesso tempo, da mesi il servizio viene garantito con un'autoambulanza privata, che l'Asp di Cosenza paga puntualmente”. Ed ora, secondo Iacucci: “La rete dell’emergenza-urgenza territoriale continua a non essere garantita e con la pandemia ancora in corso le cose non sono che peggiorate.
Il 118 non ha molti mezzi di soccorso a disposizione e, se si ha la fortuna di trovare un’ambulanza, spesso arriva in ritardo e senza alcun medico a bordo”. Iacucci conferma le numerose segnalazioni ricevute dai cittadini “che, ancora una volta, si vedono negare il diritto a ricevere cure tempestive e adeguate. Si rischia di morire perché non ci sono medici o addirittura le ambulanze. L’ultimo episodio – ricorda il vicepresidente Iacucci - è accaduto a Scalea dove una donna avrebbe aspettato a lungo distesa sull’asfalto in attesa dei soccorsi. L’ambulanza sarebbe giunta da San Marco Argentano visto che a Scalea i mezzi di soccorso sarebbero ancora fermi in assistenza e a quanto pare non si può procedere alla loro riparazione senza autorizzazione da parte dell’Asp di Cosenza.
Nel frattempo, il servizio viene garantito da un mezzo di servizio privato, pagato sempre dall’Azienda. Il problema, a quanto pare, riguarderebbe anche la revisione delle barelle e delle lettighe delle ambulanze. Senza revisione le attrezzature in dotazione non sarebbero a norma e il mezzo di soccorso non potrebbe circolare. A questo poi bisogna aggiungere l’usura delle ambulanze, arrivate ormai al limite avendo raggiunto tra i 300 mila o addirittura i 500 mila chilometri”. Insomma il “faro” della sanità vicina ai cittadini è sempre più lontano in un mare in tempesta. Afferma Iacucci: “Ricordo che in merito al riordino del Piano ospedaliero, poco o nulla è stato fatto per l’implementazione dei mezzi di soccorso. Infatti, secondo gli ultimi dati resi noti nel corso del Tavolo Adduce riunitosi il 22 luglio 2021, erano state previste nove ambulanze in più, ne sono state acquistate 3, collaudate e consegnate zero. Tutto è rimasto, purtroppo, solo sulla carta. E la macchina dei soccorsi rischia di andare completamente in tilt”.
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