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Scalea, il Tar "restituisce" la concessione per il lido all'associazione marinai d'Italia, Anmi

Il tribunale amministrativo regionale dà torto al comune e accoglie il ricorso dell'Anmi proposto con il patrocinio degli avvocati Massimiliano e Tiziana Forestieri



SCALEA – 28 apr. 23 - La concessione balneare dell'Anmi, l'associazione nazionale marinai d'Italia non è decaduta. É la decisione in merito al ricorso presentato dall'associazione contro il provvedimento del comune di Scalea del luglio 2022. Il tribunale amministrativo, seconda sezione, ha quindi accolto il ricorso, proposto da Anmi, Gruppo Valerio lelpa di Scalea, associazione assistita dagli avvocati Massimiliano Forestieri e Tiziana Forestieri, contro il comune di Scalea, in persona del legale rappresentante pro tempore. Il Tar, ha annullato il provvedimento di decadenza del 21 luglio 2022 adottato dal comune di Scalea ed ha condannato l’Amministrazione resistente alla refusione delle spese di lite in favore della parte ricorrente, per complessivi 4.000 euro, oltre al rimborso delle spese generali nella misura del 15%. La concessione risale al 22 giugno 2011; quando, il comune di Scalea concedeva all’Associazione nazionale marinai d’Italia, Gruppo Valerio lelpa di Scalea, di occupare una zona di suolo demaniale marittimo della superficie complessiva di mq. 2.350 sul Lungomare Ruggero di Lauria, allo scopo di “mantenere le pertinenze demaniali costituite da un fabbricato in muratura esistente adibito a sede Anmi, dove svolgere attività sociali, culturali e di stabilimento balneare esclusivamente a servizio dei soci senza fini di lucro, con relativa area asservita adibita ad attività sportive”.



Un’ispezione della Guardia di Finanza, aveva generato il provvedimento del 21 luglio 2022, con il quale il comune di Scalea aveva dichiarato la decadenza della concessione demaniale. I ricorrenti hanno lamentato la violazione dei canoni di proporzionalità e adeguatezza da parte dell’Amministrazione, la quale ha applicato la sanzione della decadenza a fronte di un unico accertamento di asserite violazioni del provvedimento concessorio.

Inoltre, la ricorrente, con gli avvocati Massimiliano e Tiziana Forestieri, ha sostenuto il rispetto del contenuto della concessione rilasciata dal Comune di Scalea, stante il persistente carattere non lucrativo dell’attività svolta. L’amministrazione, poi, non avrebbe tenuto conto degli argomenti addotti a sostegno della legittimità del comportamento tenuto dall'associazione concessionaria, in particolare, presenza nello stabilimento soltanto di soci: familiari o ospiti ed anche dell'apertura di partita con attribuzione del codice attività, ossia “Attività di altre organizzazioni associative. Evidenziata dai difensori l’illegittimità dell’operato dell’Amministrazione laddove, prima di adottare il provvedimento di decadenza, non ha assegnato un termine per porre rimedio agli inadempimenti contestati.



Per il Tar il ricorso è fondato. Secondo il codice della navigazione, “assumono rilievo soltanto le condotte del concessionario che compromettono con carattere di definitività il proficuo prosieguo del rapporto ovvero rendono inattuabili gli scopi per i quali la concessione stessa è stata rilasciata”. “La decadenza – si legge - è stata pronunciata sulla base di un’unica ispezione della Guardia di Finanza, all’esito della quale è stata verbalizzata la presenza di persone non socie all’interno dello stabilimento, intente a fruire dei suoi servizi, nonché l’esistenza di un bar. Tali circostanze fattuali fanno sicuramente sorgere dubbi riguardo alla legittimità della prassi seguita dall’Associazione. Pur tuttavia, la decadenza dalla concessione suppone l’accertamento di fatti gravemente violativi degli obblighi imposti al momento del rilascio del titolo”.


IL COMMENTO DEI RESPONSABILI DELL'ANMI

SCALEA – I responsabili dell'associazione hanno espresso soddisfazione, anche perchè la chiusura della sede aveva generato sconcerto fra i numerosi cittadini amici dell'associazione marinai. “Sono soddisfatto del risultato ottenuto – ha dichiarato il presidente, Giuseppe Romeo – ad esito di una vicenda che ha visto l’Anmi di Scalea destinataria di un provvedimento ingiusto che ne ha danneggiato l’immagine. Con questa sentenza il Tribunale ha portato alla luce la verità dei fatti. E’ stato chiarito in modo assoluto che l’associazione non ha mai perseguito fini di lucro. L’accaduto – ha aggiunto Romeo – lascia l’amarezza per le ombre gettate sull’operato del consiglio direttivo da me rappresentato, per cui ci riserviamo di proporre le azioni risarcitorie nelle sedi competenti”. È intervenuto anche il delegato regionale Calabria settentrionale, Paolo Apicella: “Esprimo compiacimento per la conclusione positiva della vicenda che conferma ancora una volta il buon operato del Gruppo Anmi di Scalea, e non nascondo che si tratta di un provvedimento illegittimo che si sarebbe potuto e dovuto evitare”.



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