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Scalea, "Da Pietro”: la fiaccolata, un ulteriore segnale di solidarietà e condanna al vile gesto

Sabato sera i sindaci si sono riuniti in un momento di preghiera davanti al lido ridotto in cenere della famiglia Araugio



SCALEA – 30 gen. 23 - “Questa è Scalea. Questa è la mia terra da cui non voglio staccarmi. Questa è la mia gente che si oppone ad ogni forma di sopruso e prevaricazione. Grazie ai colleghi sindaci, uomini e donne che ogni giorno nel loro agire amministrativo fanno il solo ed unico interesse possibile cioè quello della collettività. Non indietreggeremo neanche di centimetro se non per prendere la rincorsa e dire sempre No a qualsiasi forma di criminalità”. Il sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, interviene così al termine del secondo evento di solidarietà verso la famiglia Araugio. Come è noto nella serata dello scorso 25 gennaio, ignoti, hanno dato fuoco allo stabilimento balneare “Da Pietro”, di Carmelo Araugio e Antonella Romeo.



Un evento criminale che la comunità di Scalea, quella buona, non è disposta ad accettare e con varie forme e mezzi sta facendo capire che il gesto portato a compimento dai malviventi rimane isolato. Ieri sera, nell'area del lungomare Ruggero di Lauria, erano presenti numerosi sindaci, con la fascia indossata. La solidarietà della popolazione della Riviera alla famiglia, ma anche un modo per dire basta alle azioni malavitose che danneggiano la comunità, incendiano luoghi di ritrovo frequentati da gente per bene; danno fuoco ai pullman utilizzati dai nostri ragazzi per recarsi a scuola. Don Fiorino Imperio, responsabile dell'unità pastorale, ha voluto fortemente questo evento. «Siamo qui con l'animo ferito – ha detto – ma sicuramente con grande voglia di ricominciare. Augurandoci che questi gesti, inspiegabili, possano terminare e che possiamo vivere la nostra vita con tutta la felicità possibile». Un momento di preghiera e poi gli interventi di solidarietà. Il sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, ha voluto i colleghi sindaci al suo fianco per dimostrare la presenza di Scalea e dell'intero territorio.



«Serve l'aiuto di tutti – ha detto -. E quando davanti a queste scene orribili c'è l'unione di tutti i comuni dell'alto Tirreno cosentino, e non solo, si raggiungono gli obiettivi. Sono certo che c'è l'intera Calabria attorno a Carmelo e Antonella, il 99% e quell'uno per cento deve essere isolato, dichiarato maledetto, come ha avuto il coraggio di dire Giovanni Paolo II. Se un balordo, alle 22.00 ha il coraggio fare ciò che si vede alle mie spalle, questo è un atteggiamento mafioso». Massima fiducia verso le forze dell'ordine: “che anche quando non vediamo, ci sono”. Il sindaco di Acquappesa, Francesco Tripicchio, scrive: “Anche a nome di tutta la nostra comunità, ho preso parte alla manifestazione organizzata dai parroci di Scalea, a seguito del grave attentato avvenuto, qualche giorno fa, ai danni dello stabilimento balneare “Lido da Pietro” di Scalea. Un’iniziativa, a cui hanno partecipato gli altri colleghi sindaci, che è servita per condannare ogni forma di violenza ed esprimere la solidarietà alle vittime del grave accaduto. Un fatto che preoccupa tutto il nostro Comprensorio, anche in virtù di un’escalation di atti criminosi che abbiamo il dovere morale di stigmatizzare e di contrastare. Una battaglia di civiltà, come ho avuto modo di sottolineare più volte, che vede anche Acquappesa impegnata in prima linea”. La presenza di tutti i sindaci della fascia dell'alto Tirreno è la dimostrazione della solidarietà verso le vittime dell'atto intimidatorio e verso la comunità intera di Scalea.



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