Praia a Mare, per l'ospedale un lungo esposto denuncia dei sindaci
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Praia a Mare, per l'ospedale un lungo esposto denuncia dei sindaci

L'atto è voluto dal sindaco di Praia a Mare, Antonio Praticò, insieme ai colleghi dei comuni di: Aieta, Belvedere Marittimo, Bonifati, Buonvicino, Cetraro, Diamante, Grisolia, Maierà, Orsomarso, Papasidero, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Sangineto, Santa Domenica Talao, Santa Maria del Cedro, Scalea, Tortora e Verbicaro.

PRAIA A MARE – Per l'ospedale di Praia a Mare un esposto denuncia per “omessa ottemperanza delle statuizioni rese dall'autorità giudiziaria”. In un lungo documento, si chiede la riapertura dell'ospedale. L'atto è voluto dal sindaco di Praia a Mare, Antonio Praticò, insieme ai colleghi dei comuni di: Aieta, Belvedere Marittimo, Bonifati, Buonvicino, Cetraro, Diamante, Grisolia, Maierà, Orsomarso, Papasidero, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Sangineto, Santa Domenica Talao, Santa Maria del Cedro, Scalea, Tortora e Verbicaro. “Sollecitati da più parti e visti gli ultimi avvenimenti – si legge - abbiamo deciso, in qualità di sindaci dei Comuni dell'alto Tirreno cosentino, enti che, con impegno e abnegazione, amministriamo ogni giorno e alcuni da diverso tempo, di portare a conoscenza alcune considerazioni, rivendicazioni, liberi, come siamo sempre stati, da vincoli e legami di appartenenza”.La prima constatazione riguarda la sanità calabrese: “veicolata in un tunnel di cui non si intravede uscita” . Tante nefandezze, denunciano i sindaci: “È da circa un decennio che i nostri Comuni lottano con tenacia in tutte le sedi, giudiziarie ed istituzionali, per far sì che l'ospedale di Praia a Mare possa avere un futuro “.

Dopo la prima sentenza negativa del 2013, la battaglia è andata avanti fino al Consiglio di Stato con una sentenza pronunciata nel 2014 che ha

annullato il Decreto adottato dal commissario alla sanità calabrese. “Aveva trasformato il presidio ospedaliero di Praia a Mare in Capt, con il conseguente travolgimento di tutti gli atti successivi”. Poi la sentenza del Consiglio di Stato, mai attuata, che avrebbe dovuto riportare sul territorio “l'ospedale di Praia a Mare”. Scirvono i sindaci: “dopo anni di battaglie , non comprendiamo le parole del viceministro della Salute, Dottor Sileri, che invitiamo a far visita al nostro nosocomio, che nel corso di una trasmissione televisiva, ha affermato che il Governo riaprirà in Calabria un Ospedale (Trebisacce) dimenticandosi della situazione di Praia a Mare”. “I ricorrenti comuni e l’intero territorio dell'alto Tirreno cosentino attendono ancora l'esecuzione di una parte, ancora rimasta inattuata, della sentenza del Consiglio di Stato. Occorre che il Governo nazionale si attivi affinché siano rispettate le priorità acquisite e che, l'ospedale di Praia a Mare ottenga tutto ciò che gli spetta, così come chiaramente sancito nelle sentenze oramai passate in giudicato e nei

decreti del Dott. Sciabica”.

IL DOCUMENTO COMPLETO

Oggetto: Esposto denuncia. Sanità. Alto Tirreno Cosentino. Omessa ottemperanza statuizioni “rese dall'autorità giudiziaria”. Riapertura dell'Ospedale che ha sede nella città di Praia a Mare ( Cosenza).

Sollecitati da più parti e visti gli “ultimi” avvenimenti , abbiamo deciso, in qualità di Sindaci dei Comuni dell'Alto Tirreno Cosentino — enti che, con impegno e abnegazione, amministriamo ogni giorno e alcuni da diverso tempo -, di “ portare a vostra conoscenza” alcune considerazioni,

rivendicazioni, liberi, come siamo sempre stati, da vincoli e legami di appartenenza.


Siamo giunti a tanto, in quanto, con immenso dolore e amarezza, abbiamo "constatato — anche sulla nostra pelle - che la sanità calabrese è stata veicolata in un tunnel di cui non si intravede uscita” . Tanto stravolge le nostre esistenze e quelle dei nostri concittadini, dei nostri

corregionali. Nessun calabrese, siam certi, avrebbe mai potuto immaginare le “nefandezze

” poste in essere - in questi ultimi giorni - “ intorno alla sanità calabrese”. Tanto rappresenta l'emblema dello “ stato” in cui è stata ridotta la Calabria. È da circa un decennio che i nostri Comuni lottano con tenacia in tutte le sedi - giudiziarie ed istituzionali - per far sì che l'Ospedale di Praia a Mare “possa avere un futuro “.

aveva trasformato il Presidio Ospedaliero di Praia a Mare in CAPT, con il conseguente travolgimento di tutti gli atti successivi. Non solo.

Abbiamo continuato la nostra azione anche contro l'inerzia del Commissario SSR Calabria, Dott. Scura, che si “ rifiutava” di conformarsi alla predetta sentenza del Consiglio di Stato.

Contro quella inerzia abbiamo proposto un nuovo ricorso al Consiglio di Stato per chiedere l’ottemperanza di “quella precedente sentenza”. Anche in tanto abbiamo avuto ragione, tant'è che il Consiglio di Stato ha nominato il Dott. Sciabica al fine di dare esecuzione ai predetti pronunciamenti e ridisegnare le funzioni da attribuire al Presidio Ospedaliero di Praia a Mare.

Ecco perché, dopo anni di battaglie , non “ comprendiamo” le parole del Viceministro della Salute, Dottor Sileri, che invitiamo a far visita al nostro nosocomio, che nel corso di una trasmissione televisiva, ha affermato che il Governo riaprirà in Calabria un Ospedale ( Trebisacce) dimenticandosi della situazione di Praia a Mare (_a tal fine si ricorda che i Comuni di Praia a

Mare e Tortora sono stati i primi enti che si sono opposti ad opporsi alle scellerate chiusure dei nosocomi calabresi avvenuta nel marzo 2012).

I ricorrenti Comuni e l’intero territorio dell'alto tirreno cosentino attendono ancora l'esecuzione di una parte — ancora rimasta inattuata - della sentenza del Consiglio di Stato.

Occorre che il Governo nazionale si attivi affinché siano rispettate le priorità acquisite e che, l'Ospedale di Praia a Mare ottenga tutto ciò che gli spetta, così come chiaramente sancito nelle sentenze oramai passate in giudicato e nei decreti del Dott. Sciabica.

Nella prima fase di esecuzione delle sentenze e del Decreto Sciabica nell’Ospedale di Praia a Mare è stato attivato il 3 novembre 2017 con la presenza del ridetto Dott. Sciabica quanto segue :

- pronto soccorso con Obi con quattro posti letti H24 dotato di tutto il personale previsto nel decreto Sciabica;

- laboratorio di analisi H24 dotato di tutto il personale previsto secondo il decreto;

- servizio di Radiologia H24 sempre nel rispetto del decreto Sciabica comprendente la TAC e la Risonanza Magnetica di ultima generazione il tutto dotato di personale, nonché il servizio dedicato allo Screening per patologie tumorali anch'esso con personale dedicato;

- servizio Anestesia H24;

- apertura della U.O.C. di medicina H24 dotata di tutto il personale occorrente come da decreto;

- ambulatori settimanali per tutte le specialistiche della branca medica;

- servizio di Emodialisi con il relativo personale e ambulatorio di nefrologia;

- servizio di Gastroenterologia con la rispettiva dotazione organica;

- servizio di terapia Antalgica con dirigente medico dedicato;

-_ servizio di Farmacia sempre con personale dedicato;

- punto prelievo mattutino con personale dedicato;

È necessario, quindi, prendere coscienza di ciò che è stabilito nel decreto Sciabica e rendere immediatamente operativi i reparti di lungodegenza, di ortopedia e chirurgia.

Per quanto riguarda, in particolare, la chirurgia, ci rendiamo disponibili da sempre ad un confronto con le istituzioni per ridiscutere i temi già trattati, eventualmente optando per la riconversione dell’U.O.C DI CHIRURGIA GENERALE IN U.0.S DAY SURGERY POLISPECIALISTICA E

CHIRURGIA POLIAMBULATORIALE.

Peraltro, la soluzione organizzativa proposta, innovativa per il contesto geografico, trova autorevole riscontro nel modello attuato dal Prof. Claudio Cordiano, professionista calabrese specializzato a Boston, il quale ha attuato il modello del DaySurgery a Verona con risultati straordinari. Opportunamente, si rileva che il modello prospettato è compatibile con gli standard dell'ospedale di Praia a Mare, proponendosi soluzione ottimale in termini di risultati ed economie: ed infatti la struttura diventerebbe idonea ad ospitare un bacino di utenza che ingloba Calabria, Basilicata e Campania, trattandosi di struttura “ posta” ai confini delle tre Regioni.

Chiaramente la soluzione prospettata si pone in stretta sintonia con le previsioni del Decreto Sciabica. La soluzione, inoltre, è espressione di innovazione gestionale e tecnologica a

costi irrisori.

Ulteriori iniziative, messe in atto dai Comuni che sottoscrivono la presente, trovano conferma nelle note del 17.03.2020 - del 27.03.2020 e del 17.06.2020 (che si allegano) dalle quali emerge addirittura la disponibilità dei Comuni ad acquistare strumentazione di supporto per la cura del Covid - 19, quale fase post terapia intensiva (Monitor Multiparametrici, Dispositivi per Assistenza

ventilatoria non invasiva) con previsione di numero 20 posti letto già presenti nel nosocomio e dotati di postazione con fonte di ossigeno centralizzato.

In tale contesto esprimiamo il nostro apprezzamento, unitamente alle nostre amministrazioni comunali, al neo nominato Commissario della Sanità calabrese, Dott. Longo, il quale, nel corso di un'intervista, rispondendo ad una domanda del cronista, ha affermato che prima di pronunciarsi sugli Ospedali avrebbe dovuto effettuare una ricognizione dell'esistente e capire ciò che manca.

Chiediamo al Dottor Longo un urgente incontro presso il nosocomio. In tal modo potrà di “ persona” prendere atto della struttura. Detto tanto, occorre sottolineare, che lo sfacelo in cui versa la sanità calabrese e in particolar modo quella dell'alto tirreno cosentino, non è figlia di un

malaugurato “destino Divino”, ma di precise responsabilità.

Questo stato di degrado è il frutto di una classe politica che negli ultimi decenni ha pensato esclusivamente al proprio tornaconto personale, distruggendo in modo indegno il futuro di noi calabresi, dei nostri figli e dei nostri nipoti. Oggi la Calabria è una terra che interessa a pochi.

Per i nostri governanti costituisce soltanto un problema. Siamo convinti, che l'unico “miracolo” che può far resuscitare la nostra regione è il profondo amore dei calabresi per la terra natia.

Non c'è altra possibilità se non quella che discende dalla forza e dalla determinazione di ognuno di noi, ma dobbiamo capire che ogni centimetro di questa terra è casa nostra e abbiamo l'obbligo di tutelarla, di rispettarla, di amarla, di fare cioè tutto quello che non è mai stato fatto in passato da chi ci ha governato.

Il nostro futuro e quello dei nostri figli certamente non sarà tutelato da altri se non da noi calabresi. Dobbiamo prendere coscienza che siamo stati governati per decenni da una classe politica che, in cambio della fiducia da noi riposta in essa, ha soltanto cercato di abbindolare noi cittadini Calabresi con promesse ed impegni mai mantenuti.

NON AVERE SANITÀ EQUIVALE A NON AVERE DIRITTI.

Oggi la “PANDEMIA” ci ha fatto scoprire che la sanità è un bene che riguarda tutti.

Non è una mucca da mungere o un bene da distruggere ma il nostro futuro. Questa presa di coscienza collettiva nella comunità alto tirrenica non è stata ancora pienamente raggiunta, vigendo spesso ancora “l'uno contro l'altro”. Riteniamo che dobbiamo responsabilizzarci tutti, guardando avanti, rivolgendo il nostro sguardo soltanto al bene collettivo.

Nella nostra qualità di sindaci ci siamo sempre spesi e adoperati per i nostri paesi e per la nostra gente e non nascondiamo che abbiamo pagato e stiamo pagando ancora per questo impegno.

Noi tutti abbiamo contribuito e vogliamo ancora far “ volare “ l'Alto Tirreno Cosentino.

L'emergenza derivante dal Covid-19 ha fatto emergere in modo drammatico il male che affligge la Calabria, le nostre ferite aperte, i nostri drammi e le nostre povertà. Questo tempo ha “ provato” tutto il male che la classe politica calabrese, e non altri, ha fatto alla nostra terra.

In merito a quanto sta succedendo in questi ultimi giorni, riteniamo che non è questo il momento delle divisioni e delle contrapposizioni politiche. I partiti politici — siano essi di destra o di sinistra -devono comprendere che oggi il problema principale non è quello di eleggere un Presidente cui

affidare il comando politico della Regione. Siamo stanchi di veder apparire nelle liste elettorali sempre i soliti “portatori” di voti.

Non è il nome del Presidente che può cambiare le sorti della nostra terra, ma solo una nuova e rigenerata classe politica, che non può essere figlia di quei partiti e di quei metodi che sino ad oggi hanno portato al disastro - uno per tutti la “Sanità Calabrese” - nel quale ci troviamo. Oggi, entrando nel merito della sanità pubblica, occorre attuare un programma di riapertura degli ospedali (che sono stati praticamente annientati con l'approvazione di quella scellerata delibera riportata sul bollettino ufficiale della Calabria del 16 maggio 2009). Il Presidente di quell'epoca, On. Le Scopelliti, che ancora oggi dichiara di essere riuscito a “ portare” il debito della sanità regionale da 260 a 30 milioni di euro nell'anno 2004, trascura di considerare che quel finto risanamento è derivato dalla chiusura di 11 ospedali calabresi e fra questi quello di Praia a

Mare. Da qui i tanti obbrobri della Sanità Calabrese che ha privato della possibilità di cure i calabresi che oggi più che mai necessitano di quella sanità calpestata e deturpata.

La sanità deve tornare ad essere principalmente una sanità pubblica dove il privato, se vuole competere, deve farlo concorrendo sui versanti della specializzazione e sulla qualità delle prestazioni e non certo per l'assenza totale della sanità pubblica.

Bisogna concentrare l’attenzione e profondere ogni sforzo sul sistema sanitario pubblico, bloccando immediatamente gli spazi indebitamente lasciati ad una sanità privata che non è in grado di tutelare quelle fasce più deboli dei cittadini.

Occorre richiamare il Governo alla realizzazione di un piano per la Calabria, con l'obiettivo di ripristinare la sanità e la legalità. Lo Stato deve impegnarsi con noi calabresi mediante l'adozione di un piano chiaro e forte volto a rafforzare la lotta al malaffare, senza rinvii e tentennamenti.

L'invito che rivolgiamo a tutti i calabresi è quello di non commettere gli errori del passato e di individuare, uniti e non divisi, una nuova classe dirigente al di fuori della partitocrazia che è stata la causa dei drammi della Calabria, che possa far rientrare tutti in questo progetto per la nascita della nostra amata Terra di Calabria.

Cari amici calabresi dobbiamo lottare uniti contro chi vuole impossessarsi della sanità, sicuramente non per fini nobili, e contro la scarsa considerazione che il governo nazionale ha dimostrato di avere per la nostra amata terra, dando forza a tutti i suoi abitanti che si trovano nel baratro, con la differenza che adesso la luce in fondo al tunnel appare ancor più troppo lontana.

I Sindaci dei Comuni di :

Aieta, Belvedere, Bonifati, Buonvicino, Cetraro, Diamante, Grisolia, Maierà, Orsomarso, Papasidero, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Sangineto Santa Domenica Talao, Santa Maria del Cedro, Scalea, Tortora, Verbicaro

Sottoscrive la presente il Sindaco di Praia a Mare autorizzato all'uopo da tutti

i Sindaci dei Comuni sopra richiamati







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