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"Plinius", pestaggio a Scalea: imprenditore assolto dall'accusa di falsa testimonianza

L'uomo difeso dall'avvocato penalista Antonio Crusco era stato testimone di un pestaggio nel centro di Scalea. Episodio entrato a far parte dell'indagine Plinius e Plinius 2



SCALEA – 28 set. 22 - Era accusato di falsa testimonianza ed il procedimento è nato dalle escussioni per le attività di indagine dei carabinieri denominate Plinius 1 e 2. Ieri, il Tribunale di Paola in composizione monocratica, giudice Sara Cominato, ha assolto un noto imprenditore di Scalea, T.S., assistito dall'avvocato penalista Antonio Crusco. L'imputato era accusato del reato di falsa testimonianza, scaturito proprio in seguito al confronto fra le dichiarazioni rilasciate durante l'escussione, nelle fasi preliminari delle indagini, e quelle fornite in udienza durante il noto processo Plinius. L'operazione Plinius come è noto si è conclusa il 12 luglio 2013 con una serie di condanne, poi diventate definitive nei successivi gradi di giudizio. E il procedimento a carico dell'imprenditore traeva origine proprio dalle due operazioni, Plinius 1 e 2. Nel corso delle attività di indagine, l'imprenditore di Scalea era stato escusso a sommarie informazioni, in qualità di testimone, da parte dei militari del locale Nucleo operativo e radiomobile. Le indagini, in particolare, si erano focalizzate sulle compagini associative scaleote, in contrasto tra loro, e, in quel caso, in relazione ad un pestaggio che avvenne in pieno centro a Scalea. L'imprenditore, successivamente era stato citato in udienza per confermare le circostanze contenute nel verbale delle sommarie informazioni. Ed è in relazione alle due fasi, che l’imprenditore, secondo l'impostazione accusatoria, avrebbe negato di aver raccontato delle circostanze, nella qualità di testimone del pestaggio.



Durante l'udienza, il presidente del collegio giudicante, nell’ambito della nota operazione Plinius, aveva provveduto a trasmettere tutti gli atti alla competente autorità giudiziaria, contestando il grave reato di falsa testimonianza. A quel punto veniva avviato un processo e all’interno del fascicolo della Procura confluivano, sia le sommarie informazioni riferite, che il verbale di udienza con le testimonianze rese dinanzi al tribunale in composizione collegiale.

La procura della Repubblica di Paola, aveva quindi posto in evidenza il contrasto delle dichiarazioni rese dall’uomo di Scalea. Aveva quindi contestato il reato di falsa testimonianza al noto imprenditore scaleoto, per aver raccontato nella fase dell'udienza circostanze diverse da quelle contenute nel verbale di sommarie informazioni.



Durante il processo Plinius, aveva spiegato di non aver mai riferito, nella qualità di testimone del pestaggio, alcuni fatti specifici. Al termine del dibattimento e dell’istruttoria, il giudice ha chiamato in causa il Pubblico Ministero e il difensore dell’uomo di Scalea. Il pubblico ministero ha chiesto al giudice la condanna alla reclusione; mentre il difensore dell'imprenditore, l’avvocato penalista Antonio Crusco, dopo avere effettuato una lunga arringa in punto di diritto penale, ha chiesto l'assoluzione con formula piena, anche alla luce della memoria difensiva che aveva già depositato e nella quale l'avvocato Antonio Crusco ha evidenziato una recentissima sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione in riferimento ad un caso simile.

Il giudice ha quindi assolto con formula piena l’imprenditore di Scalea: “perchè il fatto non sussiste”.



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