Operazione Eureka, 23 arresti a Reggio Calabria dopo la sentenza di primo grado
- miocomune.tv

- 4 ott
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La Direzione Distrettuale Antimafia ottiene l’aggravamento della misura cautelare per imputati già condannati in rito abbreviato, 23 arresti nell'ambito dell'operazione Eureka a Reggio Calabria

4 ottobre 2025
Nuovi sviluppi dopo la maxi inchiesta internazionale contro la ’ndrangheta, con ramificazioni in Italia ed Europa
Nuovo capitolo nell’Operazione Eureka Reggio Calabria, la maxi inchiesta internazionale contro le cosche di ‘ndrangheta con ramificazioni in Italia e all’estero. Dalle prime ore di oggi 4 ottobre i Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno dato esecuzione a 23 misure cautelari in carcere nei confronti di imputati già sottoposti agli arresti domiciliari.
La sentenza di primo grado e le nuove misure
Il provvedimento arriva pochi giorni dopo la sentenza di primo grado emessa il 1° ottobre dal Tribunale di Reggio Calabria, nell’ambito del rito abbreviato. Dei 83 imputati, 76 sono stati condannati e 7 assolti. Per 23 di loro, ritenuti ancora socialmente pericolosi, il GIP ha disposto l’aggravamento della misura cautelare, trasformando i domiciliari in detenzione in carcere.
L’origine dell’inchiesta
L’Operazione Eureka era scattata all’alba del 3 maggio 2023, con l’arresto di 108 soggetti accusati di associazione mafiosa, narcotraffico internazionale, detenzione di armi da guerra, riciclaggio e altri reati connessi. Contestualmente furono sequestrati beni e società per un valore di 25 milioni di euro tra Italia, Germania, Francia e Portogallo.
Cooperazione internazionale senza precedenti
Uno degli elementi distintivi dell’inchiesta è stata la stretta collaborazione internazionale. La DDA di Reggio Calabria ha coordinato le indagini insieme alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, in sinergia con le autorità giudiziarie di Germania, Belgio e Lussemburgo, con il supporto operativo di Eurojust. Proprio questa cooperazione ha portato, parallelamente, a 15 arresti in Belgio e 24 in Germania, legati alle stesse reti criminali.
Le famiglie coinvolte e il narcotraffico globale
Le indagini hanno ricostruito il ruolo centrale di alcune famiglie storiche della ’ndrangheta di San Luca e Bianco. Le cosche, secondo la Procura, avrebbero gestito un canale diretto di importazione di cocaina dal Sud America all’Europa e fino all’Australia, movimentando tra il 2020 e il 2022 oltre 6.000 kg di stupefacenti, di cui più di 3.000 sequestrati nei porti di Gioia Tauro, Anversa e Colón.
I settori economici e il riciclaggio
Gli inquirenti hanno documentato il reinvestimento di capitali illeciti in ristorazione, turismo e immobiliare, sia in Italia che all’estero, evidenziando una fitta rete di riciclaggio internazionale attraverso società di comodo e prestanome.
Le precisazioni della Procura
Il Procuratore della Repubblica, Giuseppe Borrelli, ha sottolineato come l’operazione rappresenti un “passo importante nella lotta alla criminalità organizzata transnazionale”.
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