Operazione Ares: in libertà un uomo indagato per un presunto narcotraffico tra Amantea e Rosarno
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Operazione Ares: in libertà un uomo indagato per un presunto narcotraffico tra Amantea e Rosarno

Operazione Ares: in libertà un uomo indagato per un presunto narcotraffico tra Amantea e Rosarno


Operazione Ares: in libertà un uomo indagato per un presunto narcotraffico tra Amantea e Rosarno


AMANTEA – 19 dic. 23 - Operazione Ares: in libertà un uomo indagato per un presunto narcotraffico tra Amantea e Rosarno; si tratta di Giuseppe Suriano, 46 anni; per lui, si attenuano le misure cautelari e la Corte d'appello di Reggio Calabria, prima sezione penale, su ordinanza del presidente Alfredo Sicuro, “Dichiara la perdita di efficacia della misura degli arresti domiciliari, applicata a Giuseppe Suriano” e ordina “l’immediata liberazione dello stesso se non detenuto per altra causa. Applica all’imputato la misura dell’obbligo di dimora, disponendo che non si allontani dal comune di residenza anagrafica senza autorizzazione” da parte della stessa autorità giudiziaria di Reggio Calabria. Con i carabinieri di Amantea Suriano fisserà i luoghi e le ore in cui sarà quotidianamente reperibile per i controlli. Vige anche il divieto per l’imputato di uscire dall’abitazione dopo le ore 20 e prima delle ore 7 di tutti i giorni.

Giuseppe Suriano è imputato nell'ambito del processo scaturito nell'ambito dell'operazione “Ares” per il troncone di chi ha scelto il rito abbreviato. E' assistito dagli avvocati Guido Contestabile del foro di Palmi, Yvonne Posteraro del foro di Paola e Francesco Giovinazzo del foro di Palmi. Con sentenza del Gup del Tribunale di Reggio Calabria, del 26 ottobre 2020, l’imputato era stato condannato alla pena complessiva di diciotto anni e sei mesi di reclusione. Invece, con sentenza del 7 ottobre del 2022 la corte di Appello di Reggio Calabria, in riforma della sentenza di primo grado, aveva assolto Giuseppe Suriano, dal delitto di cui al capo 27, con la formula “per non aver commesso il fatto”, lo aveva invece dichiarato colpevole dei reati indicati in altri due capi, condannandolo alla pena di 12 anni di reclusione, oltre all’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, legale durante l’espiazione della pena, e alla libertà vigilata per un periodo non inferiore a tre anni. All’esito della decisione della corte di Cassazione, celebratasi venerdì 15 dicembre, la suprema corte ha annullato senza rinvio l’aggravante della transnazionalità e ha annullato con rinvio la sentenza sui capi 37 e 49. Il Procuratore generale, ha espresso parere contrario, chiedendo in subordine l’applicazione cumulativa delle misure.

Nell'ordinanza si ricorda che secondo la giurisprudenza, “in caso di annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado disposto dalla Corte di cassazione anche in punto di responsabilità dell'imputato, i termini di durata della custodia cautelare ricominciano a decorrere dalla decisione di annullamento e non potranno protrarsi oltre il doppio del termine massimo previsto per la fase d'appello, computando l'intero periodo trascorso in vinculis dall'originaria decorrenza, e cioè dalla sentenza di primo grado, ivi compreso il periodo di custodia cautelare sofferto durante la pendenza del procedimento in cassazione”.


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