Liquami in mare: sequestrato un impianto inerti a San Lucido
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Liquami in mare: sequestrato un impianto inerti a San Lucido

Polizia di Stato e guardia costiera hanno sequestrato un impianto di lavorazione di inerti per sversamento non autorizzato di liquami in mare


SAN LUCIDO - 2 ago. 21 - Un sequestro, frutto della collaborazione tra il personale della polizia di Stato di Paola e la guardia costiera. L'attività investigativa è nata dalla verifica dello scarico dell'acqua alla foce di un fiume, in territorio di San Lucido, di colore marrone. Con il gioco delle correnti si formava una vasta chiazza scura.

Immediatamente, sono stati attivati i controlli della capitaneria di porto di Cetraro e del personale della polizia di Stato in servizio al commissariato di Paola, entrambi competenti per territorio.

Le verifiche hanno consentito l'individuazione di un grosso scarico abusivo: gli scarti della lavorazione di inerti, infatti, dai macchinari di un impianto privato, giungevano fino ad un torrente ricadente nel Comune di San Lucido, per poi sfociare in mare.



La prima fase investigativa è andata avanti per alcuni giorni allo scopo di accertare e individuare il percorso dei reflui degli scarti di lavorazione della struttura.

Dopo un’attenta fase di coordinamento ed il riscontro in mare di un notevole intorbidimento delle acque marine nei pressi della foce, è scattato l’intervento sul posto.

Effettuati gli accertamenti per verificare le modalità di esecuzione di tutte le fasi di lavorazione degli inerti. Verificata la presenza di uno scarico di notevole portata.

Nei pressi dei macchinari è stata individuata una inusuale fuoriuscita di acque che defluivano nel sottosuolo.



Il controllo è stato quindi esteso nelle aree limitrofe. Nascosto tra la vegetazione è stato trovato un tubo di scarico sotterraneo che risultava collegato all’impianto di lavorazione.

Dagli accertamenti è emerso che la ditta era priva di qualsivoglia autorizzazione allo scarico in mare di acque reflue.

L’attività è stata completata con il prelievo di campioni delle acque, inviati poi ai laboratori dell'Arpacal, in molteplici punti non solo dell’impianto ma anche del torrente allo scopo di verificare l’eventuale sussistenza di inquinamento delle non lontane acque marine.

La struttura è stata quindi sottoposta a sequestro per mancata autorizzazione allo scarico in mare ed il titolare veniva deferito alla locale Procura della Repubblica.




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