L'artista Aligia espone a Matera fino ad ottobre 2023
Tipologia evento: Mostra d’arte contemporanea
Autore: Angelo Aligia
Titolo: Identità?
Curatore: Andrea Romoli Barberini
Durata: dal 27 maggio al 31 ottobre 2023
Inaugurazione: sabato 27 maggio, ore 19
Sede: MATERASUM. Recinto XX Settembre, 7, 75100 Matera
Ingresso: Biglietto, 5 euro
Orario di apertura: tutti i giorni dalle 9.30/19.30
Info: +39.0835.336852; +39.366-2859653; Email materasum.ipogeo@gmail.com
DIAMANTE – 27 mag. 23 - Fino al 31 ottobre 2023, gli straordinari ambienti dell’ipogeo Materasum, nel capoluogo lucano, faranno da cornice alla mostra di Angelo Aligia, “Identità?”. Ancora un importante appuntamento con l'artista diamantese conosciuto a livello internazionale. L’evento espositivo presenta tre installazioni inedite, realizzate dal maestro calabrese a partire dal 2019. Curata da Andrea Romoli Barberini, la mostra documenta una nuova fase di ricerca dell’artista basata sulla sperimentazione di nuovi materiali plastici utilizzati per dare forma visibile ai concetti che da sempre sostanziano il suo lavoro: la memoria e la salvaguardia di valori antropologici e identitari che rinviano, sovente, alle culture rurali.
Nell’analizzare l’installazione, Identità?, la più imponente della mostra, Andrea Romoli Barberini, curatore della mostra, osserva: “Sono umani simulacri, figure ieratiche, stanti, ma la loro arcaica fissità e la sommaria e reiterata caratterizzazione fa pensare, anche, a epoche distanti, iconiche rappresentazioni di lontane esistenze, di eroi e semidei, consumate in remote culture. Riduttivo considerarle il frutto di una ricerca plastica – si legge nel testo di presentazione di Andrea Romoli Barberini - che ha trovato l’ennesimo punto di tangenza tra una certa idea di scultura e le seduzioni degli arcaismi mediterranei di pregreche civiltà. Sono l’effetto dell’annichilimento, di certezze smentite, quesiti irrisolti, dubbi indissolubili, angosce riemerse dalle più intime e comuni profondità; e la fissità delle posture non basta a dissimulare dietro l’apparente, rassegnata impotenza, la forzata e sofferta compostezza che tutte le caratterizza. Anche in quest’opera, tuttavia, Aligia, con un semplice ma efficace gioco di luci aggiunge una ulteriore e insospettabile possibilità di lettura, quasi una speranza celata nel buio. E’ nelle ombre di queste figure, infatti, che sembra di ritrovare quella vitalità negata nella fisica tridimensionalità di quegli stessi simulacri. Un’energia che può trasformare un mesto rito della memoria intriso di malinconica nostalgia in concreta riflessione su valori antichi ed eterni, pensiero funzionale all’azione, tensione al futuro.”