Cedro "Dop": Adduci risponde a Coldiretti Calabria
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Cedro "Dop": Adduci risponde a Coldiretti Calabria

Se la Dop avrà come denominazione “Santa Maria del Cedro” avrà vinto il territorio; stessa cosa se la “Dop” avrà come denominazione “Riviera dei Cedri” o anche “Calabria”: in ogni caso avrà vinto il territorio


SANTA MARIA DEL CEDRO – 21 feb. 22 - Il presidente del consorzio del Cedro di Calabria, Angelo Adduci, interviene sulla questione dell'istituto del Cedro, quale prodotto “Dop”, denominazione di origine protetta. Una sorta di replica a Coldiretti Calabria, al presidente Aceto, che in una nota, nei giorni scorsi, aveva annunciato la presentazione di osservazioni al disciplinare sulla base della linea: “No alla denominazione 'Cedro di Santa Maria del Cedro'; sì a 'Cedro della Riviera dei Cedri'”; secondo Aceto di Coldiretti: “Nel mantenere la denominazione Dop “Cedro di Santa Maria del Cedro”, si incorrerebbe negli errori del passato, cioè di legittimare iniziative individualistiche che,mancando del riconoscimento di una comunità forte di appartenenza, hanno respiro corto”.


Ora il rappresentante del Consorzio del Cedro di Calabria ha invitato Aceto “ad un proficuo rapporto di collaborazione, per rendere più forte l’intero territorio e l’economia agricola e non solo, legata al prezioso agrume che mi onoro di difendere e promuovere da quando ero poco più di un adolescente.

Quello che mi lascia stupito – afferma Adduci - è la dichiarazione dello stesso presidente che asserisce che la denominazione scelta per la Dop del Cedro legittimerebbe errori del passato.

Ebbene con uno spirito di aggregazione e confronto costruttivo, che è quello che da sempre, ma soprattutto negli ultimi anni ho assunto, nel ruolo che mi onoro di ricoprire, vorrei far presente che la denominazione adottata per il riconoscimento DOP è riconosciuta da tutti i protagonisti che vivono il mondo della cedricoltura da anni e con sacrificio, ma soprattutto ci viene imposta dalla storia.


È la documentazione storica (allegata alla richiesta presentata) che ha dato la denominazione alla domanda di riconoscimento avanzata dal Consorzio del Cedro di Calabria, che non ha fatto altro che ratificare il ruolo di Santa Maria del Cedro come capitale internazionale della cedricoltura”. Afferma ancora Adduci: “Aspettiamo serenamente l’interlocuzione ed il confronto con il ministero. Concludo lasciando ai lettori la mia più sincera idea sulla questione: se la Dop avrà come denominazione “Santa Maria del Cedro” avrà vinto il territorio; stessa cosa se la “Dop” avrà come denominazione “Riviera dei Cedri” o anche “Calabria”: in ogni caso avrà vinto il territorio. Se La Dop non dovesse essere accolta o l’iter dovesse avere una battuta d’arresto, sapremo che le responsabilità non saranno degli operatori, degli studiosi, dei tecnici, dei dirigenti regionali o della politica, che è stata vicina in tutta la questione al Cedro, ma ancora una volta sarà di chi, in maniera superficiale e nell’interesse puramente egoistico, preferisce sgambettare e rallentare lo sviluppo della nostra amata Calabria. Quando le radici sono profonde non c’è motivo di temere il vento”.



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