Ad un ex parroco, sequestrati beni per 1,5 milioni di euro nel crotonese
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Ad un ex parroco, sequestrati beni per 1,5 milioni di euro nel crotonese

Misure di prevenzione antimafia eseguite a Isola di Capo Rizzuto - sequestrati beni per 1,5 milioni di euro riconducibili a un ex parroco di Isola di Capo Rizzuto ed a due suoi nipoti



ISOLA CAPO RIZZUTO - 1 giu. 22 - I finanzieri del comando provinciale di Crotone, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno dato esecuzione al decreto con il quale il Tribunale di Catanzaro, Ufficio Misure di Prevenzione, ha disposto il sequestro, finalizzato all’applicazione della confisca prevista dal Codice Antimafia, del patrimonio, del valore di circa 1,5 milioni di euro, riconducibile a un ex parroco di Isola di Capo Rizzuto ed a due suoi nipoti.

Il sequestro ha riguardato:


  • 3 fabbricati e n.1 villa di pregio;

  • 1 autoveicolo;

  • partecipazione totalitaria in una società, all’epoca dei fatti attività del settore del turistico alberghiero;

  • tutti i rapporti bancari intestati e/o riconducibili ai proposti ed ai loro familiari.

Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato con la proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca, sulla base delle complesse indagini di natura economico-patrimoniale svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Crotone, volte a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio riferibile ai destinatari del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa.



Il procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, è ancora in corso.

Le investigazioni hanno riguardato le vicende patrimoniali degli interessati a partire dal 2009 e si sono avvalse delle risultanze investigative dell'attività convenzionalmente denominata “Jonny”, nel cui ambito, l'indagato è stato condannato dalla Corte di Appello di Catanzaro per il delitto di cui all’art. 416-bis c.p..

Continua l’azione che la Guardia di Finanza crotonese svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, a contrasto dei patrimoni di origine illecita con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale i sodalizi delinquenziali e di liberare l’economia legale dalle infiltrazioni della criminalità consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza.


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