Tar Calabria: il Comune di Scalea condannato per inerzia amministrativa sul contratto di depurazione
- miocomune.tv

- 9 ott
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Il Tar Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto il ricorso di Aqua Consult s.r.l., ordinando al Comune di Scalea di pronunciarsi entro 60 giorni e condannandolo al pagamento delle spese di giudizio sul contratto di depurazione

9 ottobre 2025
Il caso: silenzio del Comune di Scalea sulla richiesta di aggiornamento ISTAT
Il Tar, Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria, Sezione Prima, ha accolto il ricorso presentato dalla società Aqua Consult Trattamento Acque s.r.l. contro il Comune di Scalea, in merito al mancato riscontro dell’Ente a una formale richiesta di aggiornamento Istat del canone di gestione del sistema fognario e depurativo per gli anni 2023 e 2024.
L’istanza, inviata a gennaio 2025 e sollecitata con diffida a marzo, riguardava gli adeguamenti economici previsti dal contratto di concessione del 2016, stipulato nell’ambito del progetto ATO 7 Cosenza – Piano Nazionale per il Sud, per la gestione degli impianti di depurazione di Scalea, Aieta, Santa Domenica Talao e Papasidero.
La decisione del Tar Calabria: condanna per inerzia e spese a carico del Comune
Secondo la sentenza pubblicata il 6 ottobre scorso, il Tar ha riconosciuto la legittimità del ricorso per “illegittimità del silenzio” serbato dall’Amministrazione comunale, sottolineando l’obbligo di concludere il procedimento amministrativo con un provvedimento espresso, come previsto dalla legge 241/1990.
Il Comune di Scalea non si è costituito in giudizio, lasciando così prevalere le argomentazioni della società ricorrente.
Il collegio, presieduto da Gerardo Mastrandrea con estensore Nicola Ciconte, ha quindi ordinato al Comune di provvedere entro 60 giorni dalla comunicazione della sentenza. In caso di ulteriore inerzia, è prevista la nomina di un commissario ad acta.
Le spese processuali, quantificate in 1.500 euro oltre accessori di legge, sono state poste a carico del Comune.
Contesto e implicazioni per la gestione del servizio fognario
La vicenda rientra nella complessa gestione dei servizi idrici e depurativi comunali, spesso oggetto di contenziosi legati ai contratti di concessione e agli aggiornamenti dei canoni.
Per Scalea, la sentenza del Tar Calabria rappresenta un richiamo all’obbligo di trasparenza e tempestività amministrativa, in particolare in settori di pubblica utilità come la tutela ambientale e la gestione dei reflui urbani. Il Tar riafferma il principio della responsabilità amministrativa degli enti locali, obbligati a rispondere entro tempi certi alle istanze dei concessionari.
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