Scalea, la storia del porto ...mai nato
Ripercorriamo la storia del porto mai nato a Scalea, sin dal 2001 a fasi alterne si è discusso dell'opera fino a sfiorare l'avvio della realizzazione
Scalea, 7 settembre 2024 – La città del porto mai nato, è questa una definizione calzante per Scalea; il centro turistico della riviera dei cedri ha spesso tentato di realizzare un approdo, ma non si è mai andati oltre le idee progettuali. Da sempre, Scalea ha rappresentato il fulcro dell'accoglienza, proprio per la capacità sul territorio di abitazioni, alberghi, ed ora anche stabilimenti balneari e strutture come b&b. Ma il porto, quello non è mai nato, è stato anche in gestazione per un certo periodo, ma poi non ha mai visto la luce. Periodicamente si è tornato a parlare di approdo, tranne nel periodo successivo alla famosa indagine “Plinius” in cui le opere pubbliche, per una serie di fattori, sono diventate iniziative da tener lontane. Anche ora l'idea del porto, come abbiamo già evidenziato, comincia a solleticare l'amministrazione Perrotta che, però, come è noto è in dirittura d'arrivo. La struttura portuale è stata quasi sempre un argomento di dibattito in fase di campagna elettorale, è stata quasi sempre una promessa, al momento mai mantenuta.
Le idee progettuali
Qualche base l'aveva posta l'amministrazione del sindaco Mario Russo; qualche masso a Torre Talao anche l'amministrazione del generale Francesco Pezzotti; l'iter si era incanalato durante l'amministrazione Basile, ma poi il Consiglio di Stato aveva fatto calare un macigno su quella che era stata definita una “darsena” turistica a Torre Talao. L'attuale amministrazione, quella del sindaco Perrotta, ha prodotto un atto di indirizzo, rimettendo in circolo l'idea che frulla nella testa di molti e che in un certo senso cambierebbe l'aspetto del centro balneare. Ma l'attuale maggioranza non ha fornito alcuna indicazione, non ha esposto alcuna idea su dove potrebbe essere realizzata l'opera. Dunque un'apertura a 360 gradi ad ogni contributo che potrà giungere. Un po' come è stato fatto in passato.
Un porto da 230 miliardi di lire, sfumato
Negli anni che furono, le cronache dei giornali si sono riempite di commenti, di opinioni, di prese di posizione, fino quasi a far toccare con mano l'opera. Iniziativa ardua anche per questa amministrazione che al momento sembra non avere le idee chiare. La storia è piena di episodi: nel giugno del 2001, per esempio, è sfumata un'idea progettuale. Le cronache dell'epoca ricordano che il comune avrebbe rinunciato alla realizzazione dell’opera finanziata interamente con capitale privato per un importo di circa 230 miliardi di lire con proposta garantita da istituti bancari e con la condizione essenziale che il progetto venisse inserito nel programma triennale dei lavori pubblici 2001-2003. Il promotore finanziario dellepoca affermava: “Dopo oltre sei mesi di estenuanti incontri con il sindaco e con le altre personalità dell’amministrazione, tutto è stato vanificato senza ottenere nessuna comunicazione o motivazione”.
La Scalea Mormanno e l'approdo
Un anno dopo si torna a parlare dell'approdo turistico. Il sindaco di Scalea Mario Russo nel dare notizia dell’accordo quadro esprimeva soddisfazione per le opere previste per questa zona, come l’adeguamento della Scalea-Mormanno per 100mila euro, opera attualmente ferma al I lotto, e la costruzione del porto turistico.
Nel giugno del 2003, la realizzazione del porto turistico di Torre Talao per l’amministrazione comunale di Scalea diventa “l’obiettivo principale”. Il 17 giugno di quell'anno presso la sede del consiglio regionale, si svolge anche la conferenza dei servizi che approva il progetto preliminare dell'opera: un porto che verrà realizzato attorno a Torre Talao sfruttando il sito già presente del canale Tirello. Nel 2005 spunta anche l'idea del “megaporto” da 230 miliardi di lire e che avrebbe occupato almeno 500 persone da realizzare nella zona a sud ai piedi dell'aviosuperficie in località La Bruca.
I Verdi chiedono la revisione del progetto
Nel 2008 c'è una iniziativa dei Verdi, con il compianto Palmiro Manco: il direttivo chiede alla Soprintendenza della Calabria la revisione del progetto riguardante i pareri “rilasciati” dagli uffici all’amministrazione comunale di Scalea in merito alla costruzione di un porto di 320 posti barca previsto attorno all'area dell’ex isolotto di Torre Talao, perché rappresenta una delle testimonianze paleolitiche più interessanti del meridione. Nel 2009 Il porticciolo turistico attorno alla Torre, con circa quattrocento posti barca compare nel piano strutturale comunale, redatto dal professor Mauro Francini dell’Unical di Cosenza.
Il consiglio di Stato nel 2011
C'è anche una sentenza del Consiglio di Stato in merito ad una controversia che dà ragione all’Ati Cem, l'associazione temporanea di imprese campana che si sarebbe dovuta occupare della realizzazione del porto. Nel novembre del 2011 addirittura il Burc della regione Calabria pubblica le tavole introduttive alla progettazione del porto che ha già un nome: “Marina di Talao”. La conferma dell'attenzione da parte della Regione Calabria sul porto turistico “Marina di Talao” è giunta in una riunione alla presenza del presidente della Regione Calabria dell'epoca, Giuseppe Scopelliti, e del senatore Antonio Gentile. Il progetto del porto sembra essere giunto ad una fase importante. Il Porto Marina di Talao cambierà il volto della cittadina tirrenica si sostiene. Il sindaco di Scalea dell'epoca, Pasquale Basile, ha la sua idea sulla struttura. L'approdo realizzato in centro, fra l'altro, è l'unica soluzione che può permettere una giusta integrazione dell'opera con il resto della città. In aree periferiche non avrebbe senso.
Il Tar su un altro progetto
Nel 2012 un nuovo macigno sulla struttura portuale, uno dei punti fondamentali del programma della lista “Scalea nel cuore”, le vicende della giustizia amministrativa fanno allontanare l'obiettivo nel tempo. Il Porto turistico che doveva sorgere attorno alla Torre Talao deve fare i conti con una nuova ordinanza del Tar che blocca l'iter fino al maggio 2013. Il ricorso viene proposto dall'associazione ambientalista Italia Nostra Onlus, rappresentata e difesa dall'avvocato Marcello Nardi, contro il Comune di Scalea e l'azienda la Cem Spa di Castellammare di Stabia vincitrice della gara d'appalto per la realizzazione dell'opera. Nell'incertezza sul futuro dell'opera di Torre Talao, torna l'ipotesi di traslare a sud l'approdo nell'area conosciuta come la “Varchera”.
Luglio 2014 il Consiglio di Stato
A luglio 2014 il porto di Torre Talao resta opera morta ed il sito storico non diventerà un'isola ma resterà come l'hanno sempre conosciuta i cittadini negli ultimi anni. Il Consiglio di Stato, quarta sezione, rigetta l'appello della ditta appaltatrice dell'opera, la Cem. Il ricorso era stato proposto dalla Cem Spa in proprio e quale mandataria Ati contro Italia Nostra Onlus, rappresentata e difesa dall'avvocato Pietro Adami; Wwf Onlus e nei confronti del Comune di Scalea.
Nel 2020 torna d'attualità la questione del porto a Torre Talao. Il gruppo di cittadini favorevoli alla realizzazione della struttura invia una proposta scritta al sindaco, Giacomo Perrotta, e a tutti i consiglieri comunali.
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