Scalea, il vecchio debito sul servizio idropotabile solleva polvere e l'opposizione attacca
Paravati: «Se errori nel passato ci sono stati, nessuno di loro si è scagliato contro il predecessore. Ma, forse, erano uomini d'altri tempi»
SCALEA – 20 feb. 23 - Opposizione all'attacco. Da tempo si è inasprito il dibattito politico fra le parti. Lo scontro si è elevato di tono e, in alcuni casi, diventa anche facile preda di “fake news”, come quella della presunta esclusione del comune di Scalea dalle bandiere blu, invece assegnate ai comuni vicini. Una notizia diffusa da un sito non affidabile, e poi da un consigliere comunale. Ma è la Fee, che assegna le bandiere blu, dà conferma sul proprio sito ufficiale e generalmente nel mese di maggio. Questo, non è il solo terreno di scontro. Altre questioni si diffondono nel chiacchiericcio locale sull'assegnazione di incarichi, e il fatto ha inasprito il confronto. Anche la questione dell'albero di Natale e dei contributi ad associazioni ha surriscaldato gli animi. Insomma, c'è tanta carne a cuocere. Il sindaco, in queste ultime ore ha invece sollevato la polvere su una vicenda che risale ormai a tanti anni fa e che riguarda vecchie amministrazioni comunali.
La Regione, con atto del 2016, ha intimato al Comune di Scalea di estinguere un presunto debito di 8.382.325 euro, “per la somministrazione di servizio idropotabile dal 1981 al 2004, al netto quota interessi” con avvertimento che in mancanza procederà al recupero forzoso. Il Comune ha proposto opposizione avanti al Tribunale di Catanzaro per vari motivi: inesistenza del debito atteso che non ha stipulato con la Regione una convenzione per la fornitura idrica relativa al periodo 1981 - 2004 e che non è stata rinvenuta una convenzione con la Casmez, né la Regione l’ha prodotta in giudizio; indeterminatezza del credito vantato dalla Regione nelle note inviate al Comune non risultano specificati i criteri di quantificazione, non è stato precisato di volta in volta e per ogni anno come è stato determinato l'importo richiesto, né è stato mai fatto riferimento alle tariffe, agli importi unitari ed ai consumi rilevati. La Regione avrebbe dovuto provare l’esistenza del credito, l’esatto importo ed il relativo titolo.
Intervenuta prescrizione di ogni eventuale credito, atteso il tempo trascorso dalle scadenze delle singole annualità fino a ciascun avviso inviato, tra l’altro, detti inviti non hanno efficacia interruttiva stante la loro indeterminatezza e mancata specificazione degli importi pretesi per ogni annualità”. Il giudice di primo grado ha disatteso gli elementi evidenziati dal Comune e le argomentazioni svolte dalla difesa ed ha ritenuto di non accogliere l’opposizione pronunziandosi solo in ordine alla eccezione di prescrizione. Il comune si prepara a proporre appello. A far infuocare il dibattito, la dichiarazione del sindaco Perrotta: “Certo, del passato non si deve parlare, ma fino ad un certo punto. Se ne deve parlare, quando il passato pesa oltre 8 milioni di euro di acqua non pagati alla Regione Calabria nel periodo dal 1981 al 2004. E, se ciò non bastasse, il debito dal 1981 al 1993 veniva riconosciuto con una delibera di consiglio comunale del 1994. Questo è frutto del “poi si vede”. Non siamo certo noi, come sostiene ancora qualcuno, a poter risolvere i problemi di Scalea, ma chi ci ha preceduto non ha dimostrato tutta questa scienza, saper fare e amore per questo paese”. Immediata la replica del gruppo “Per Scalea”; scrive Angelo Paravati: “Oggi gli strali dei nostri amministratori colpiscono un passato ancora più remoto; i colleghi degli anni dal 1981 al 2004, rei di non aver pagato l'acqua ed accusati, per questo, di non aver avuto abbastanza scienza e di non aver dimostrato amore verso Scalea. Tanti di loro potranno, se lo vorranno, chiarire, altri, purtroppo, non ci sono più e, forse, diventa doveroso ricordare agli improvvidi che erano figure di grande rispetto, che hanno dato lustro a Scalea. Se errori nel passato ci sono stati, nessuno di loro si è scagliato contro il predecessore. Ma, forse, erano uomini d'altri tempi”.
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