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Scalea, idrico: persa causa civile da 8 milioni di euro per il comune. L'ironia del sindaco Perrotta

Verrà proposto appello alla causa contro la Regione Calabria che vale 8 milioni di euro per il comune



SCALEA – 17 feb. 23 - Otto milioni di euro di debiti non pagati alla Regione per il servizio idrico. Il sindaco Giacomo Perrotta, richiama una sentenza su una causa civile, al tribunale ordinario di Catanzaro, che ha avuto esito negativo per il comune. “Certo, del passato non si deve parlare – afferma il sindaco Perrotta - ma fino ad un certo punto. Se ne deve parlare, quando il passato pesa oltre 8 milioni di euro di acqua non pagati alla Regione Calabria nel periodo dal 1981 al 2004. Per la precisione 8.382.325,26 euro. E, se ciò non bastasse, il debito dal 1981 al 1993 veniva riconosciuto con una delibera di consiglio comunale del 1994. Esito della bella storia? - chiede ironicamente il sindaco di Scalea, che fornisce anche una risposta -: condanna del Comune in primo grado a pagare il debito “diligentemente riconosciuto”.



Questo è frutto del “poi si vede”. Perché mai, pagare tutti i debiti con la Regione? Paghiamo solo degli acconti e poi si vede. 'La storia insegna, ma ha pochi scolari scriveva Gramsci'. Non siamo certo noi, come sostiene ancora qualcuno, a poter risolvere i problemi di Scalea, ma chi ci ha preceduto non ha dimostrato tutta questa scienza, saper fare e amore per questo paese. Intanto – preannuncia il sindaco - proporremo appello. Nessuno si senta offeso da queste mie parole, bensì responsabile”. La causa civile fa riferimento ad un atto di citazione del 10 ottobre 2016, quando il Comune di Scalea, “conveniva in giudizio, dinnanzi al Tribunale, contro la Regione Calabria, proponendo opposizione avverso l'atto di intimazione di pagamento della somma complessiva di 8.382.325,26 di euro, per la fornitura di acqua potabile relativa al periodo intercorso dall'anno 1981 all'anno 2004”. “Emerge che il Comune di Scalea con delibera adottata dal consiglio comunale in data 14.03.1994 – si legge - riconosceva il debito contratto nei confronti della Regione Calabria per la fornitura di acqua potabile relativa al periodo intercorso dall'anno 1981 all'anno 1993, richiedendone la rateizzazione in dieci annualità”.



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