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Scalea, atti violenti, Alfano: "E' il momento di riflettere e agire"

L'intervento della vicesindaco al consiglio comunale aperto dei giorni scorsi a Scalea



SCALEA – 2 feb. 23 - Al consiglio comunale di martedì sulla “Analisi della situazione di illegalità diffusa sul territorio del Tirreno cosentino dopo gli ultimi episodi criminali verificatisi a Scalea”, fra gli altri, è intervenuta la vice sindaca Annalisa Alfano che si occupa anche della pubblica istruzione e, in collaborazione, con la consigliera Maria Teresa Faillace di famiglia, di diritti dei bambini. Gli ultimi episodi che hanno fatto il giro dell'Italia coinvolgono, in qualche modo, le famiglie, i ragazzi. Annalisa Alfano, ha invitato a riflettere sul senso di comunità «che purtroppo si sta perdendo ed è difficile da diffondere e far comprendere ad ogni livello, ad ogni grado di istituzione, perché la comunità è formata da tutti i cittadini. E poi, la prima comunità che si crea di solito è la famiglia. E, quanto sta accadendo in questo periodo richiama la mia attenzione, rivolta principalmente ai ragazzi, ai bambini, alle famiglie».



Non è mancato il riferimento alla famiglia Araugio obiettivo della mano incendiaria che ha distrutto il “Lido Da Pietro”. «Un ringraziamento particolare – ha detto la vicesindaca - anche da parte mia a Carmelo, Antonella e Chiara. Questa famiglia che con il loro sguardo sempre limpido, acceso e vivo, nonostante tutto, ci ha dato il messaggio più importante l'unione della famiglia anche dinanzi alle difficoltà». E poi sul pestaggio di piazza Caloprese: «Quanto è accaduto l'altra sera, quando ha cominciato a circolare quel video, siamo rimasti tutti esterrefatti. Ci ha sconvolto, perché vedere dei dei minorenni dei ragazzini che dovrebbero magari pensare ad altro, a spendere il loro tempo in maniera completamente diversa, ci ha spiazzati e ci ha messo di fronte alle nostre responsabilità; perché, siamo tutti responsabili, non solo le loro famiglie, anche noi come comunità e io come istituzione, noi come amministrazione ci siamo sentiti responsabili, non per chiedere scusa, perché non è questo il momento di disquisire su queste cose, ma per riflettere per agire. E lo stiamo facendo».



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