Scalea, incendio a Petrosa, lo sfogo di Alessandro Bergamo: “Siamo figli di un dio minore”
- miocomune.tv

- 27 lug
- Tempo di lettura: 3 min
L’ex sindaco di Scalea Alessandro Bergamo denuncia ritardi nei soccorsi e l’assenza di mezzi nella gestione dell’incendio che ha devastato la zona collinare di località Petrosa a Scalea

SCALEA – 27 luglio 2025 – L'incendio che ha devastato la collina di località Petrosa, a ridosso della SS18 nel territorio di Scalea, continua a far discutere. A prendere la parola, con toni duri e carichi di delusione, è Alessandro Bergamo, ex sindaco della città ed ex deputato di Forza Italia, che ha affidato a un lungo post sui social il suo sfogo e la sua testimonianza diretta.
“Siamo figli di un dio minore”, ha scritto Bergamo, denunciando la mancanza di risposte da parte dei soccorsi istituzionali e il ruolo determinante che hanno avuto, invece, i cittadini e le imprese locali nel contenere le fiamme.
L’incendio è divampato nel primo pomeriggio, sospinto da un forte vento proveniente dal mare, estendendosi rapidamente verso via Panoramica e minacciando abitazioni e terreni. Una situazione che ha generato paura, rabbia e senso di abbandono, come raccontato dallo stesso Bergamo.
«Numerosi cittadini hanno segnalato al numero di emergenza dei Vigili del Fuoco l'incendio sulla collina vicino all'hotel De Rose, ma nessun intervento. Anch’io ho chiamato il 115, senza risposta. Ho provato più volte anche con il distaccamento locale di Scalea, ma anche lì nessun segnale».
Va detto che nella giornata del 26 luglio, numerosi focolai sono scoppiati su tutto l’Alto Tirreno cosentino, mettendo sotto pressione il personale e i mezzi disponibili del distaccamento dei Vigili del Fuoco di Scalea, probabilmente già impegnati altrove. Ma secondo Bergamo il problema è ben più strutturale.
«Insieme ad altri abitanti abbiamo fatto il possibile per contenere le fiamme, alte oltre 15 metri. Dopo due ore, il rogo si è estinto più che altro perché non c’era più nulla da bruciare».
Decisivo, in quelle ore, è stato l’intervento di privati e amministratori comunali. In particolare, l’ex sindaco ha ringraziato pubblicamente la ditta Cauteruccio, il sindaco in carica Mario Russo e il consigliere Silvestri, «presenti in prima persona» sul luogo dell’incendio.
La denuncia: serve prevenzione e mezzi
Nel suo commento, Bergamo non si limita a raccontare l’episodio ma solleva una denuncia precisa sulla gestione del territorio. Chiede interventi urgenti e mirati per evitare nuove tragedie ambientali.
«Ho chiesto al sindaco di sollecitare i proprietari dei terreni, sia urbani che periferici, affinché procedano con la pulizia. Basta un mozzicone di sigaretta per scatenare l’inferno. È vero che esiste un’ordinanza, ma servono controlli seri e segnalazioni tempestive».
Poi, la riflessione si allarga, assumendo i toni di una vera e propria accusa politica.
«Resta la cenere, la distruzione. Un paesaggio lunare. E resta soprattutto la sensazione di vivere in una regione che non riesce a garantire i servizi essenziali: sicurezza, sanità, ambiente, lavoro».
Il nodo, secondo Bergamo, è l’assenza strutturale di uomini e mezzi, anche laddove sulla carta sembrano esserci.
«A Scalea esiste una caserma dei Vigili del Fuoco, eppure sembra esserci solo una squadra operativa. E i canadair? Gli elicotteri? Ne sarebbe bastato uno, per un’ora, per evitare il panico nella zona della piscina comunale e di Piano dell’Acqua».
Un’accusa che pesa
Il post si chiude con un interrogativo carico di disillusione:
«Non ci sono mezzi, uomini, risorse… perché? Ecco, appunto: figli di un dio minore».
Una frase che sintetizza il sentimento di impotenza e frustrazione condiviso da molti cittadini di Scalea e del comprensorio, sempre più spesso lasciati soli di fronte a emergenze che richiederebbero una risposta pubblica strutturata, tempestiva e concreta.
L'incendio alla petrosa di Scalea visto dal mare
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