Grisolia, assolto con formula piena per minacce su WhatsApp ad un uomo di Diamante
- miocomune.tv

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Il Tribunale di Paola ha assolto un uomo di Grisolia ed ha accolto la linea difensiva dell’avvocato penalista Antonio Crusco, la vicenda nata da contrasti personali e di lavoro con un uomo di Diamante si conclude con una piena assoluzione

4 novembre 2025
Il Tribunale di Paola ha pronunciato una sentenza di assoluzione con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, nei confronti di S R, un uomo di Grisolia, difeso dall’avvocato Antonio Crusco, accusato di minaccia aggravata verso un uomo di Diamante.
La vicenda, iniziata alcuni anni fa, era nata da una denuncia presentata da un cittadino di Diamante, che sosteneva di aver ricevuto messaggi minatori tramite WhatsApp, in un contesto di dissapori personali e professionali.
Dalla denuncia all’assoluzione: la ricostruzione del caso
Secondo quanto emerso in aula, i rapporti tra l’uomo di Grisolia e il querelante F.P. di Diamante si erano incrinati a causa di divergenze su un precedente rapporto di committenza. Il querelante aveva denunciato di essere stato oggetto di atti intimidatori culminati, a suo dire, in un messaggio minaccioso inviato tramite la nota applicazione di messaggistica istantanea.
La denuncia era stata raccolta dai Carabinieri della Stazione di Santa Maria del Cedro e trasmessa alla Procura della Repubblica di Paola, che aveva iscritto formalmente S.R. nel registro degli indagati per minaccia aggravata. Nel corso dell’indagine, erano stati sentiti diversi testimoni, tra cui il genero del denunciante, per chiarire la dinamica dei rapporti fra le parti.
La difesa dell’avvocato Crusco: “Accuse infondate”
A difendere l’imputato è stato l’avvocato penalista Antonio Crusco, che ha presentato una corposa documentazione volta a dimostrare l’insussistenza del reato. Nel dibattimento, protrattosi per diverse udienze, sono stati ascoltati nuovamente il querelante e i testimoni dell’accusa, ma le prove raccolte non hanno confermato la tesi accusatoria.
La difesa ha sostenuto con forza l’assenza di elementi concreti che potessero configurare una condotta minacciosa, evidenziando come la vicenda fosse il frutto di incomprensioni e tensioni personali, prive di rilevanza penale.

La sentenza del Tribunale di Paola: “Il fatto non sussiste”
Nei giorni scorsi, il Tribunale di Paola ha accolto integralmente la tesi difensiva, pronunciando l’assoluzione con formula piena di S.R. con la motivazione: “perché il fatto non sussiste”. Una decisione che chiude definitivamente una vicenda giudiziaria nata da screzi di vicinato e contrasti di lavoro, restituendo piena dignità all’imputato e confermando la solidità della linea difensiva sostenuta dall’avvocato Crusco.
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