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Estorsioni mafiose Melito: un arresto, fermato un 78enne per anni di richieste a un imprenditore edile

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  • 4 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 3 giorni fa

Carabinieri operazione antimafia Melito Porto Salvo

Arresto dopo indagini coordinate dalla Procura di Reggio Calabria, estorsioni mafiose a Melito Porto Salvo nel reggino, arrestato un 78enne


20 novembre 2025


Estorsioni, un 78enne residente a Montebello Jonico è stato tratto in arresto nella notte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Calabria e della Compagnia di Melito Porto Salvo, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale reggino.Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, traggono origine dalla denuncia di un imprenditore attivo nel settore dell’edilizia e dei lavori pubblici, vittima – secondo l’ipotesi investigativa – di un lungo e soffocante sistema di estorsioni aggravate dal metodo mafioso.



Le richieste: 30.000 euro già versati e “tangente” del 6% su ogni appalto

L’imprenditore avrebbe raccontato agli investigatori di essere stato costretto, dal 2015 in avanti, a consegnare all’indagato circa 30.000 euro a titolo estorsivo. A ciò si sarebbe aggiunta la pretesa costante del 6% del valore di ogni appalto ottenuto nel territorio di Melito Porto Salvo, con minacce di ritorsioni gravi in caso di mancato pagamento.

Nel comunicato si evidenzia che il sistema di imposizione avrebbe portato l’imprenditore “alla disperazione”, sia per l’esosità delle somme, sia per i rischi concreti di violenze. Secondo la ricostruzione, sarebbero stati segnalati anche numerosi tentativi di estorsione per un valore complessivo di 114.000 euro, accompagnati dalla minaccia di danneggiamenti e incendi.



Metodi mafiosi, imboscate nei cantieri e minacce agli operai

L’indagato, come emerge dagli atti richiamati nel provvedimento cautelare, avrebbe ostentato presunti legami con ambienti della ’ndrangheta, vantando addirittura la propria “carriera criminale”.Il metodo mafioso sarebbe stato attuato tramite:

  • presidi e imboscate nei cantieri;

  • pressioni e richieste rivolte direttamente agli operai;

  • continue minacce all’imprenditore;

  • monitoraggio costante dei lavori eseguiti dall’impresa.

Una strategia, dunque, finalizzata – secondo gli inquirenti – a consolidare un clima di intimidazione permanente.



L’arresto e il valore della denuncia: l’indagine resta in corso

Il Gip ha accolto la ricostruzione investigativa, disponendo la misura cautelare in carcere.L’indagato è stato trasferito presso la casa circondariale di Arghillà e si trova ora a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

La Procura sottolinea l’importanza della denuncia della vittima, definita “strumento fondamentale per sradicare l’odioso fenomeno estorsivo”.



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