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Ambiente: operazione "Deep 3" dei carabinieri in tre province - Video

Intervento coordinato in materia ambientale con la partecipazione della stazione zoologica Dohrn



COSENZA - 25 mag. 22 - Operazione in materia ambientale dei carabinieri. Ha interessato le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro. L'attività, avviata dal comando legione carabinieri “Calabria”, d’intesa con il Comando della regione carabinieri forestale. L'attività è stata convenzionalmente denominata “Deep 3”. Si tratta del completamento di altre attività che hanno interessato preliminarmente il settore tirrenico delle province di Vibo Valentia, Catanzaro e Cosenza e, in una seconda fase, l’intera provincia di Reggio Calabria.

IL CONTRASTO DI VIOLAZIONI IN MATERIA AMBIENTALE

Un intervento complesso nel suo insieme, in materia ambientale, è stato quello che ha visto l’impiego coordinato e simultaneo di squadre congiunte di carabinieri dell’organizzazione territoriale e per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare, affiancate, per la perlustrazione di aree impervie e acquitrinose, da squadre operative dello squadrone eliportato cacciatori di Calabria, con il supporto aereo dell’8° nucleo elicotteri CC di Vibo Valentia, nonché specialistico dei Nuclei Investigativi di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Cosenza, Crotone e Catanzaro.



CONTROLLI ALLE ATTIVITA' PRODUTTIVE

Prese di mira, prevalentemente, attività produttive insistenti in prossimità di aree umide, fiumi, torrenti e canali di scolo, poste tanto all’interno quanto in prossimità dei 250 chilometri di costa centro-settentrionale jonica della Regione. Più di sessanta gli obiettivi oggetto di controllo.

L’intervento, condotto dai Carabinieri, è stato particolarmente indirizzato alla prevenzione e al contrasto dell’inquinamento ambientale, mediante azioni utili a conoscere e valutare il fenomeno in ambito regionale e, nel contempo, valorizzare le funzioni di polizia ambientale affidate in ambito nazionale all’Arma dei Carabinieri, espresse, in particolar modo, dalle sue componenti specializzate e dall’intero comparto Forestale. Tutto, in considerazione del fondamentale presupposto che la salvaguardia dell’ambiente rimane uno dei principali obiettivi nazionali ed europei, tanto da essere destinataria di rilevanti risorse e finanziamenti anche nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il fenomeno del degrado e dell’inquinamento ambientale di acque e suolo ha, infatti, ripercussioni estremamente negative sull’intera società per i potenziali rischi alla salute umana e animale, per gli ecosistemi presenti sul territorio, sul sistema economico con particolare riguardo al settore turistico.



SUPPORTO DELLA STAZIONE ZOOLOGICA DOHRN

Fondamentale, inoltre, si è rilevato, in fase operativa, il supporto tecnico specializzato della Stazione Zoologica Anton Dohrn, guidata in Calabria dal Prof. Silvestro Greco, ai fini del campionamento di acque reflue per intercettare eventuali flussi inquinanti e procedere a un’articolata analisi dei dati informativi raccolti nel corso dei vari servizi di controllo del territorio, finalizzati a individuare le fonti di potenziale inquinamento fluviale e marino nelle aree palustri e nei canali di scolo sia all’interno che in prossimità della costa.

Il monitoraggio è stato pertanto esteso alle attività produttive e ai bacini idrici lungo il loro naturale percorso, per poi procedere alla campionatura di acque e terriccio, sottoposti a successiva analisi in laboratorio, per individuare la tipologia di eventuali prodotti chimici inquinanti.

Nel medesimo contesto operativo, i militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria hanno eseguito perlustrazioni in territorio impervio, risalendo alcuni corsi d’acqua, tra i quali i torrenti “Passovecchio”, “Lipuda” e “Tacina”, che sfociano in provincia di Crotone. Tale attività si è rivelata indispensabile nell’eventualità che alcune aziende, distanti anche centinaia di metri dal torrente, attraverso tubazioni abusive, potessero sversare liquami direttamente nei citati alvei fluviali. Successivamente, la procedura di verifica sarà ulteriormente approfondita mediante il confronto delle analisi chimico-biologiche eseguite sui campioni prelevati e l’eventuale corrispondenza con i residui prodotti dalle attività, che possono aver determinato la contaminazione.

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