Vaccini: caos al poliambulatorio di Scalea, c'è un esposto
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Vaccini: caos al poliambulatorio di Scalea, c'è un esposto

Lo ha presentato l'avvocato Arturo Valente, "partecipe e vittima" e "testimone"



SCALEA – 16 dic. 21 - Un esposto per denunciare una situazione caotica nell'area del poliambulatorio dove vengono somministrati i vaccini contro il Covid. E' l'avvocato Arturo Valente con una lettera ricca di particolari a presentare l'esposto inviato al ministro della salute, Speranza; al presidente della Regione, Occhiuto; al direttore Sanitario dell'Asp e al commissario straordinario La Regina, oltre che al direttore del distretto, Riccetti e al sindaco di Scalea, Perrotta. Si tratta di fatti che hanno visto “partecipe e vittima” lo stesso avvocato e ai quali “ha assistito da semplice cittadino”. Regolarmente convocato con sms. “Dopo pochi minuti – racconta Valente, e questa, dicono in molti, è una situazione ricorrente - al di fuori dei Poliambulatori si era raggruppato un nutrito gruppo di persone in attesa della somministrazione del vaccino. Una infermiera invitava le persone in attesa ad entrare nella sala interna”. All'interno, secondo il racconto, sono stati distribuiti i numeri. “Ma, nello stesso tempo – racconta – , una donna in abiti civili inveiva contro i presenti perché si trovavano all’interno dei Poliambulatori e ciò con toni molto accesi, nonostante i reclami dei presenti e del sottoscritto che non intendevano essere trattati da bambini.


Tali invettive e comportamenti alquanto maleducati – va avanti il racconto - proseguivano anche all’esterno da parte di tale persona che si qualificava con il nome”. Insomma, una serie di problemi fino alla somministrazione del vaccino, inoculato “da medici molto professionali e molto gentili. Tutte le persone presenti si lamentavano, le proteste erano le più svariate, si lamentavano per le attese, per l’organizzazione scadente”. L'avvocato commenta: “Il diritto alla salute costituisce parte integrante dei diritti umani fondamentali internazionalmente riconosciuti” e prosegue: “ciò che accade ogni qualvolta vi sono somministrazioni di vaccino, così come è accaduto anche al sottoscritto e alla sua presenza è un trattamento disumano, invalidi obbligati ad attendere fuori alla struttura e senza neanche la possibilità di sedersi, anziani, donne e giovani, persone trattati come pecore e non persone con i relativi diritti, tutti nell’impossibilità di reclamare. Il sottoscritto – conclude - ritiene di aver il dovere morale di rappresentare quanto sopra e chiede che i destinatari, ognuno per le proprie competenze, assumano decisioni valide che possano cambiare l’organizzazione attualmente esistente in caso di somministrazione di vaccini presso i Poliambulatori ASP di Scalea Località Petrosa ed adottare tutti i provvedimenti del caso affinchè anche la Calabria faccia finalmente parte dell’Italia”.



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