Katarion, "ne riparliamo quando esce lui”: a Belvedere la tentata estorsione
Aggiornamento: 17 mar 2021
Belvedere Marittimo, un altro tentativo di estorsione agli atti dell'inchiesta Katarion. L'influenza dei cetraresi sulla cittadina
BELVEDERE – 11 mar. 21 - Agli atti c'è un altro tentativo di estorsione documentato, posto in essere nei confronti di un'attività commerciale di Belvedere Marittimo. Nel mese di marzo 2017, un uomo si è recato al punto vendita nel centro di Belvedere e, qualificandosi come cetrarese, ha chiesto alle commesse presenti nel negozio di parlare personalmente con la titolare di questioni che non ha inteso rivelare. Constatata l'assenza, il cetrarese si è allontanato riservandosi di farsi vivo in seguito e rifiutandosi di lasciare un recapito telefonico. La responsabile ha poi raccontato, nella ricostruzione dei fatti, di aver appreso dalle sue commesse che la stessa persona, sempre nella prima decade di marzo, aveva contattato telefonicamente il negozio di Belvedere Marittimo chiedendo di parlare con la titolare. Solo successivamente, il 21 marzo 2017, l'uomo ha avuto modo di parlare direttamente con la responsabile.
L'uomo ha anche rimarcato la volontà di conferire personalmente con la titolare di questioni "che per telefono non era il caso" di discutere. Pertanto è stato concordato un incontro presso il negozio per il giorno seguente a mezzogiorno. Nella tarda mattinata del giorno successivo, alle ore 12.30 circa, l'uomo ha nuovamente richiamato sul telefono del negozio dicendo alla responsabile di essere impossibilitato a presenziare all'incontro a causa di problemi di salute della madre chiedendo, pertanto, di fissare un nuovo incontro. La donna al fine di non lasciare intuire le sue preoccupazioni, non ha fissato un nuovo appuntamento invitando l'interlocutore a provare a contattarla nuovamente in futuro. A tali comunicazioni telefoniche non ne sono seguite altre e la sera del 22 marzo 2017, il cetrarese, senza nessun preavviso, si è presentato presso il punto vendita di Belvedere Marittimo, chiedendo nuovamente di parlare con la signora, che, avvisata dalle dipendenti, ha incontrato l'uomo registrando parte del colloquio con il suo telefono cellulare, tra l'altro l'incontro è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza. Nel corso della conversazione l'anonimo interlocutore, presentatosi come Franco, ha affermato di essersi recato a Belvedere a nome di un noto esponente della criminalità organizzata cetrarese, sottoposto agli arresti domiciliari per riscuotere un presunto credito. L'uomo ha inizialmente ricondotto l'origine del debito ad un prestito per l'acquisto di una autovettura e, successivamente, a fronte delle rimostranze della sua interlocutrice, ha riferito che il pagamento era dovuto per l'acquisto di un non meglio indicato stock di merce, effettuato tre anni prima nel napoletano. A fronte della fermezza manifestata dalla responsabile del negozio, prima di andarsene, e al fine di persuaderla a pagare la somma di 20.000 euro, l'uomo affermava che ne avrebbero riparlato: "...quando esce lui ed altre persone...", con l'evidente scopo di paventare future ritorsioni.