Cetraro, archiviato il processo a carico di due giovani accusati di ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi
Dovevano rispondere di ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi, due giovani di Cetraro: archiviato il processo
Cetraro, 13 febbraio 2024 - Non ci sarà nessun processo a carico di due giovani di Cetraro , indagati per ricettazione di un’autovettura, detenzione e porto abusivo di armi in concorso. La Procura della Repubblica di Paola, dopo ripetute sollecitazioni della difesa composta da Carmine Curatolo ed Emilio Enzo Quintieri del Foro di Paola, che si era rivolta anche alla Procura Generale della Repubblica di Catanzaro chiedendo l’avocazione del procedimento penale per scadenza dei termini per le indagini preliminari, ha chiesto ed ottenuto l’archiviazione per B.V. e O.L., per i gravi reati loro ascritti a seguito di quanto accertato dai carabinieri della stazione di Guardia Piemontese Marina l’8 novembre 2021.
Fonti confidenziali
I carabinieri avevano saputo che quel pomeriggio, alcuni cetraresi, si aggiravano e sostavano con fare sospetto nei pressi di una attività commerciale, in una zona buia ed isolata , sulla statale 18, a ridosso della ferrovia. Nella tarda serata, la pattuglia, notava un’auto sospetta e gli intimava l’alt per controllare il veicolo e gli occupanti. Grazie all’accensione dei lampeggianti e dei proiettori di profondità i militari avevano modo di riconoscere immediatamente sia il conducente che il passeggero. Era scaturito un breve inseguimento. I fuggiaschi abbandonarono l’auto, ancora in moto, al centro di una stradella bloccando il veicolo militare, proseguendo la loro fuga a piedi nei pressi di un noto stabilimento balneare. Al momento della fuga a piedi i carabinieri notarono la presenza anche di un altro soggetto, nascosto dietro ad uno dei sedili. Nonostante i militari gli corsero dietro i tre fuggiaschi riuscirono a dileguarsi, facendo perdere le proprie tracce nell’oscurità.
L'ispezione
Nell'auto, risultata rubata qualche giorno prima ad una signora di Sangineto, i carabinieri trovarono un fucile semiautomatico calibro 12, carico, risultato rubato a Cetraro nel 2004 ed una piccozza in acciaio di fattura artigianale, un passamontagna ed un cappello. Infine, nell’area circostante, venne rinvenuto a terra un ulteriore passamontagna e, successivamente, l’indomani mattina, nel cortile di un’abitazione, una pistola semiautomatica calibro 9 carica, prodotta intorno al 1970.
L'appostamento
Il giorno seguente, i carabinieri, dopo un appostamento, nel tardo pomeriggio, nel luogo in cui quella mattina avevano rinvenuto la pistola, fermarono tre che indossavano le mascherine nonostante fossero all’aria aperta ed in luogo non affollato, poi identificati in B.V., O.L. e F.G. (quest’ultimo, secondo i carabinieri, con molta probabilità, dai tratti fisionomici, era il terzo fuggiasco), tutti cetraresi. Nell'auto, c'era un altro passamontagna a tinta mimetica. Tutti gli accertamenti tecnico-scientifici eseguiti dal Ris dei carabinieri di Messina diedero esito negativo, eccetto quelli sul passamontagna rinvenuto nell’autovettura di B.V. Infatti, nella zona della bocca e della fronte del passamontagna, è stato individuato il profilo genotipico riconducibile a B.V., reperito da un mozzicone di sigaretta da egli fumata ed abbandonata.
Le conclusioni
Secondo il Procuratore della Repubblica Facente Funzioni Ernesto Sassano “dalle attività di indagine espletate, ed in particolare dagli accertamenti di laboratorio espletati dal Ris di Messina, non veniva trovata alcuna correlazione del profilo genotipico estrapolato dalle armi e dai passamontagna repertati all’interno dell’autovettura. In effetti, l’unica comparazione genotipica che ha sortito esito positivo, è risultata quella effettuata sul passamontagna. Seppur i militari, nel corso di un servizio di polizia effettuato nei confronti degli indagati, riconoscevano le persone che erano a bordo del veicolo sopra indicato che si erano date alla fuga alla vista dei Carabinieri, non si può considerare tale comparazione come un concreto elemento di prova”. ...”Considerato che, alla luce di quanto evidenziato, gli elementi acquisiti nel corso delle indagini preliminari non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna chiede che il Giudice per le Indagini Preliminari voglia disporre l’archiviazione del procedimento.”. Ricevuta la richiesta di archiviazione formulata dal pm, il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Paola Carla D’Acunzo, ritenendola condivisibile l’ha accolta perché gli elementi acquisiti non consentivano di formulare una ragionevole previsione di condanna. In particolare perché “condividendosi le argomentazioni del PM circa l’incertezza della riconducibilità dei fatti agli indagati.”.