Aveva simulato la rapina di 4 pistole, arrestato meccanico 35enne
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Aveva simulato la rapina di 4 pistole, arrestato meccanico 35enne

La polizia di Stato ha ricostruito la sequenza dei fatti raccontati che contenevano diverse falle. Secondo l'accusa si tratterebbe di una cessione di armi alla malavita locale in cambio di cocaina

COSENZA - 15 giu. 21 - Nella serata di ieri, al termine di complesse ed articolate indagini, la squadra mobile ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale (arresti domiciliari) emessa dal Gip del locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di V.A., 35enne di Rovito (CS), di professione meccanico, poiché ritenuto responsabile di simulazione di reato aggravata e di cessione di armi comuni da sparo.

La vicenda risale al pomeriggio dello scorso 1 dicembre quando V.A. aveva chiamato al numero di emergenza dichiarando di essere stato, poco prima, vittima di una rapina perpetrata in località Colle Mussano ad opera di due individui armati.



Raggiunto dagli agenti, l’uomo aveva dichiarato che i due malfattori gli avevano sottratto tre pistole cal. 9x21 e 100 munizioni dello stesso calibro, appena acquistate in un’armeria di Rende, nonché una quarta pistola (cal. 45), già di sua proprietà, che l’uomo aveva portato con sé poiché asseritamente intenzionato a lasciarla in permuta in armeria. Raccontava poi che, lungo il tragitto di ritorno dall’armeria, nei pressi del locale cimitero, ad un tratto, era stato affiancato da un’autovettura con a bordo due uomini che gli avevano fatto cenno di accostarsi, indicazione alla quale aveva acconsentito; proprio in quel frangente, uno dei due soggetti sarebbe sceso dall’auto, e, secondo il racconto, gli avrebbe sferrato una gomitata in volto e, puntandogli una pistola alla testa, lo avrebbe tenuto fermo mentre il complice avrebbe svuotato il bagagliaio, impossessandosi delle 3 armi e delle munizioni appena comprate in armeria e della quarta pistola da lui già regolarmente detenuta, nonchè di una collanina in oro che aveva al collo, provocandogli dei graffi, e dileguandosi con il bottino.

La ricostruzione fornita dall’uomo però non ha convinto affatto gli investigatori della locale squadra mobile, IV sezione reati contro il patrimonio e la P.A.. Con il coordinamento della procura della Repubblica, diretta dal procuratore capo, Mario Spagnuolo, è stata avviata una lunga e dettagliata attività di indagine che, punto dopo punto, ha fatto evidenziare numerose incongruenze e contraddizioni nella versione fornita dalla presunta vittima. Preliminarmente sono state riscontrate delle forti discordanze circa i tempi impiegati per compiere il tragitto intercorrente tra la casa di V.A. e l’armeria e viceversa. In più, le forze di polizia erano state allertate dopo mezz’ora rispetto all’orario in cui il denunciante ha dichiarato di essere stato rapinato; parallelamente le testimonianze acquisite dai testimoni hanno fatto emergere una ricostruzione dei fatti fortemente contrastante con quella fornita dall’uomo. I sospetti sono stati però ampiamente confermati dalla corposa attività tecnica (intercettazioni di vario genere, telefoniche ed ambientali) condotta nei confronti dell’uomo, da cui ancora sono emerse evidenze probatorie granitiche circa l’ipotesi della simulazione della rapina allo scopo di nascondere la cessione delle armi a terzi gravitanti nell’orbita della malavita locale, verosimilmente per l’acquisto di cocaina di cui l’uomo sarebbe un abituale assuntore.



La corposa indagine svolta dagli investigatori, dalla quale sarebbe emerso oltremodo che l’indagato in più occasioni avrebbe cercato di eludere le investigazioni precostituendo le versioni da fornire ai poliziotti nel corso degli interrogatori e giungendo sino a obbligare un suo amico a rendere una specifica versione dei fatti evidentemente non veritiera, è stata condivisa con la competente procura della Repubblica che, ravvedendone la solidità e la robustezza dei riscontri, ha richiesto ed ottenuto dal Gip, l’emissione a carico dell’uomo di un’ordinanza applicativa della misura cautelare. L’uomo, dopo gli adempimenti del caso, è stato tratto in arresto e associato presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari.



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