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Nuovo arcivescovo a Corigliano Rossano: il benvenuto

Il benvenuto del sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, al nuovo vescovo Monsignor Maurizio Aloise



CORIGLIANO ROSSANO - 12 giu. 21 - All'arcivescovo Maurizio Aloise è stato fatto dono di una miniatura in argento: le mani unite rappresentano il Comune e la Chiesa che insieme sorreggono la terra su cui nascono le piante simbolo del nostro territorio: l'ulivo ed il clementino raffigurati in forma intrecciata e la liquirizia che con le foglie copre e avvolge le radici come in un abbraccio. "Lavorare insieme per crescere insieme" è il cammino sinergico che il Comune e la Chiesa devono compiere insieme per sostenere la propria comunità.



IL TESTO DELL'INTERVENTO DEL SINDACO STASI

Eccellenza Reverendissima,

è con grande ed autentica gioia che, a nome della comunità tutta, le porgo il più sincero benvenuto a Corigliano-Rossano.

Le giunga un caloroso abbraccio simbolico di benvenuto, da parte mia, dell’Amministrazione Comunale tutta, del consiglio comunale, delle comunità dell’Arcidiocesi oggi rappresentate dai Sindaci e dai loro delegati, dalle massime autorità civili e militari, dalle realtà associative che colgo l’occasione di ringraziare - tutte indistintamente - per la presenza e per quanto quotidianamente si prodigano a realizzare.

Le porge il benvenuto una terra storicamente ospitale.

Terra crocevia di popoli e culture, terra di Magna Grecia, in cui l’ospite assume un valore molteplice e complementare. Terra di migrazione di popoli da secoli: dai coloni giunti dalla Grecia a fondare Sibari e Thurii nell’VIII e V sec. avanti Cristo, alla civiltà Bizantina, sino a quanti, su imbarcazioni di fortuna, giungono oggi sulle nostre coste per trovare una vita che possa assicurare dignità e certezze.

Le porge il benvenuto una terra dal profondo intrinseco patrimonio culturale dal valore inestimabile e dalle tradizioni che parlano anche di una religiosità diffusa e profonda, verso il quale Lei ha già mostrato attenzione: dal santuario di San Francesco, padre di tutti i calabresi, alla donna dipinta da mano non umana verso i quali è massima la devozione dei concittadini, dall'evangelario unico al mondo realizzato su pergamena purpurea, vergato con caratteri in oro ed argento, fino alla suggestione che suscita ancora in ognuno di noi, dopo più di mille anni, il complesso monastico del Patire ed il contesto naturale in cui si integra.

E lei assurge al ruolo di pastore di questo splendido ed amato territorio in un momento importante, certamente non facile per il pianeta come per la nostra comunità, ma anche pieno di opportunità e di speranza.



La pandemia che sembra aver allentato la sua morsa ha lasciato sul suo cammino dolore, spavento, incertezze e difficoltà. Ha mutato il nostro modo di vivere, di rapportarci, di lavorare, di divertirci. Ha mutato il nostro concetto di normalità ed ha rallentato o stravolto ogni piano personale e collettivo, proprio mentre la nostra comunità sta affrontando una sfida storica, epocale, importante, quella dell'unione amministrativa e sociale di due realtà che prima camminavano lungo strade autonome e che oggi rappresentano una delle città più importanti della Calabria, riferimento dell'intera fascia ionica.

Il suo arrivo giunge nella città del Codex e del Castello proprio mentre la nostra comunità nel suo complesso inizia a rivivere i propri luoghi, la socialità, l'aggregazione senza la quale si disperde e disorienta; mentre sospira fiduciosa prima di una ripartenza sociale, produttiva, economica, culturale, umana.

Sicuramente una sfida, eccellenza, certamente difficile, alla quale sono chiamate tutte le Istituzioni e che possiamo e dobbiamo affrontare insieme.

Benvenuto nel segno di un cammino che dev’essere autonomo ma condiviso, armonico, teso al perseguimento del bene comune. Abbiamo tanto su cui lavorare ed intervenire: dai bisogni sociali e dalle fragilità numerose accentuate da mesi di pandemia, sino alle piaghe molteplici che penalizzano questa terra a partire dalla criminalità organizzata, in tutte le sue declinazioni, che nella disgregazione sociale e difficoltà economiche generate da mesi di pandemia di certo si è insinuata, penalizzando la nostra terra e la nostra gente.

Questa è una delle sfide più grandi che affronteremo insieme, eccellenza. Impegniamoci, ciascuno per la sua parte, affinché questa terra possa essere bellezza autentica, luogo in cui vivere, convivere ed accogliere serenamente, come meritano le nostre belle comunità.

Luogo in cui trovino la propria dimensione e la propria gratificazione anche i giovani, vittime predestinate dell'isolamento del mezzogiorno prima, dello stravolgimento sociale causato della pandemia dopo, che sempre con maggiore difficoltà continuano ad abitare i propri luoghi natii, per i quali dobbiamo costruire quotidianamente la via del ritorno, della permanenza, dell'appartenenza.

Accogliendo l’insegnamento di Papà Francesco impegniamoci ad essere “costruttori di pace e costruttori di ponti”, superando i muri materiali ed immateriali che minano quel cammino efficace di crescita, necessario per la nostra comunità.

E allora buon cammino, Eccellenza, in questa terra che diventa Sua, accogliendo un disegno che La vede nostro Pastore

Possa la sua missione episcopale seminare forza, sostegno, unità, solidarietà e coraggio a tutti noi, partendo da coloro che vivono in condizioni di fragilità.

Grazie, Eccellenza, per quanto saprà donare alla comunità tutta.

Questa terra - la Sua terra - la accoglie gioiosa e con speranza.

Il Sindaco di Corigliano- Rossano

Flavio Stasi



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