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Diamante: imprenditori accusati di riciclaggio: assolti "perché il fatto non sussiste”

Un'attività della Guardia di finanza di Sassari, diretta dalla procura di Tempio Pausania, con risvolti anche internazionali



DIAMANTE – 8 apr. 23 - Erano accusati di riciclaggio: due imprenditori, coinvolti in un'operazione della guardia di finanza, con risvolti anche di tipo internazionale. Sono stati assolti con la formula più ampia: “perché il fatto non sussiste”. Si è svolta, ieri mattina, negli uffici del Gup di Paola, Roberta Carotenuto, l’udienza a carico di due noti imprenditori della zona, accusati, appunto, del reato di riciclaggio. La presunta associazione a delinquere, con base in Sardegna, operava in diverse regioni italiane e anche in Svizzera. L'attività di indagine ha interessato diverse procure italiane, tra cui quella di Paola, con le indagini coordinate dal sostituto del tempo, Cerchiara, territorialmente competente per i reati di riciclaggio e tributari, asseritamente commessi dai noti imprenditori di Diamante e Belvedere.



Gli imputati, difesi dagli avvocati Francesco Liserre, Piero Chiodo del Foro di Catanzaro e Luca Gigliotti del Foro di Cosenza, ai quali la Procura ha contestato il riciclaggio per diverse centinaia di migliaia di euro, hanno scelto strade diverse, procedendo, rispettivamente, con rito abbreviato e giudizio ordinario. Ieri, dopo alcuni rinvii di udienza, si è proceduto alla discussione con giudizio abbreviato, per l'indagato assistito dall’avvocato Francesco Liserre e con rito ordinario per gli assistiti degli avvocati Chiodo e Gigliotti. Il Pm d’udienza, dopo un’articolata requisitoria nella quale ha ricostruito la genesi di questa imponente inchiesta, ha chiesto, in abbreviato, la condanna dell’imputato a 4 anni di reclusione, oltre alla pena pecuniaria. L’avvocato Francesco Liserre, dimostrando la mancanza di prova in ordine alla provenienza delittuosa dell’ipotizzato reato presupposto, ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito “perché il fatto non sussiste”.



Richiesta testualmente recepita dal Gup che ha assolto dal reato di riciclaggio entrambi gli imprenditori per insussistenza del fatto, riconoscendo, solo per l’imputato giudicato in abbreviato, il minor reato tributario di false fatture per operazioni inesistenti, con condanna condizionalmente sospesa e non menzione, oltre alle sanzioni accessorie di legge. L'inchiesta di ampio spessore, era nata da autonomo accertamento del comando provinciale, nucleo di polizia economica, della Guardia di finanza di Sassari e diretta dalla Procura della Repubblica di Tempio Pausania. Una complessa e articolata attività investigativa riferita ad una presunta associazione a delinquere finalizzata a truffe aggravate nel settore energetico, soprattutto nei cosiddetti TTE, titoli di efficienza energetica, nonché nella commissione di reati tributari inerenti, in particolar modo, a false fatture per operazioni oggettivamente inesistenti finalizzate al conseguimento di molteplici benefici fiscali, con profitti illeciti di diversi milioni di euro.



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