Belvedere, omicidio Dimova: in molti si chiedono se la vittima conosceva il suo assassino
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Belvedere, omicidio Dimova: in molti si chiedono se la vittima conosceva il suo assassino

Aggiornamento: 12 set 2020

Indagini dei carabinieri della compagnia di Scalea in corso



BELVEDERE – 4 set. 20 - I carabinieri della compagnia di Scalea, coordinati dalla Procura di Paola, sono da giorni impegnati nelle indagini per sbrogliare la matassa relativa all'omicidio della 55enne bulgara, Aneliya Dimova trovata massacrata sul letto della sua abitazione nel centro storico di Belvedere Marittimo. E, come è noto, in questi casi, sono fondamentali i risultati delle indagini, già nelle prime ore successive all'omicidio. Gli elementi che vengono fuori, pochi per la verità, perchè sul caso le bocche restano chiuse, portano a pensare che l'omicidio possa essere avvenuto nella cerchia delle conoscenze della bulgara. L'idea di una rapina finita male sembra essere remota. Invece, sembra passare meglio l'ipotesi di un uomo che sia andato nell'abitazione della donna e che si sia saputo muovere all'interno di quell'appartamento forse a lui conosciuto.



Ovviamente si tratta di mere ipotesi che possono essere fatte anche da chi non è a conoscenza dei particolari. Invece, i carabinieri della compagnia di Scalea, con il valido aiuto dei Ris di Messina di particolari ne hanno raccolti moltissimi all'interno dell'abitazione. Altri arriveranno a breve con il risultato degli esami dell'autopsia, con il risultato delle attività svolte all'interno dell'appartamento di Largo Crocifisso nel centro storico della cittadina tirrenica. E, in tutto questo, i cittadini attendono di sapere chi possa essere la persona che con grande violenza ha martoriato il corpo della donna, da tutti conosciuta come una brava persona, senza troppi grilli per la testa. I cittadini si chiedono perchè, per quali ragioni si sia arrivato a tanto. E nelle frasi bisbigliate non mancano i cattivi ricordi di altri eventi delittuosi come quello più recente della brasiliana; ma anche come quello dell'omicidio, violento, di Iolanda Nocito, madre di don Marcello Riente, avvenuto nel 2013. O ancora, altri precedenti che hanno segnato la comunità belvederese.

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